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lunedì 13 luglio 2009

Quando si parla al cellulare per strada non si è nel proprio salotto, ma magari ci si ritrova in quello di qualcun altro...

[Cabina telefonica "portatile",
Immagine da Millersville University.Edu]

"Life doesn't imitate art, it imitates bad television".
(La vita non imita l'arte, imita la cattiva televisione)
Woody Allen

Mi era già capitato in passato di riflettere su questa affermazione di Woody Allen, ma oggi le circostanze mi hanno portata oltre. Cosa c'è oltre? Il domandarsi ininterrottamente per circa mezz'ora se non si stia sperimentando sulla propria pelle una candid camera.

Personalmente non sopporto chi abusa del cellulare, chi urla i fatti propri per strada o in luoghi pubblici, chi lo lascia acceso e libero di squillare al cinema o alle riunioni di lavoro, chi si trasforma in un "telefonatore seriale da treno" chiamando in sequenza più persone a cui racconta le stesse cose per ingannare la noia durante i viaggi... etc. etc.

Spesso osservo con fastidio quanto le persone, trascinate dal cellulare, finiscano per dimenticarsi di non essere nel salotto della propria casa ma in mezzo a sconosciuti che non hanno voglia e non sarebbero tenuti a sentire i loro fatti privati.

Oggi mi trovavo al capolinea di un autobus che prendo spesso ed è salito un uomo, visibilmente alterato. Urlava al cellulare, dicendo a una donna che con lei aveva chiuso e non avevano niente da dirsi. Peccato che poi abbia continuato a stare al telefono con lei per oltre mezz'ora, parlando a voce molto alta dei suoi casi personali.

Nel corso della conversazione ho dovuto scoprire, pur non essendo minimamente interessata ma essendo mio malgrado impossibilitata a leggere dalle sue urla belluine:
  • il suo nome;
  • il nome della sua compagna;
  • il nome dell'uomo con cui la sua compagna l'ha tradito una prima volta;
  • il nome dell'uomo con cui la sua compagna l'ha tradito ieri;
  • da quanti anni sta insieme alla sua compagna;
  • che non ha mai tradito la sua compagna;
  • che non riesce a vivere senza di lei;
  • che la sua compagna gli ha chiesto una seconda chance e poi l'ha tradito;
  • quante volte l'ha vista nell'ultima settimana;
  • il numero di bambini che ha;
  • i nomi dei suoi bambini;
  • come i suoi bambini chiamano l'amante della sua compagna;
  • quante settimane di ferie ha la sua compagna;
  • con chi andrà in ferie la sua compagna;
  • quante settimane di ferie ha lui;
  • quando va in ferie;
  • quanto ama la sua compagna;
  • quanto non si fida della sua compagna;
  • quanto è profondamente in crisi;
  • le ferite riportate durante uno scontro con il nuovo amante della sua compagna;
  • dove abita;
  • varie ed eventuali.

Non pago di aver intrattenuto tutti i passeggeri dell'autobus compreso l'autista da quando il veicolo si è messo in moto a quando è finalmente sceso, l'uomo ha continuato a urlare al telefono sgridando la donna, interrompendola, ripetendo più volte le stesse frasi e infine dandole appuntamento sotto casa sua (!) per mostrarle che non si è rotto un sopracciglio picchiando il rivale...

Un simile comportamento da mentecatto instabile e volgare non sarebbe grave, finché venisse inflitto solo alla sua compagna: il danno sarebbe minimo - se non tengo conto del fatto che questi due pazzi sono responsabili di bambini piccoli - dato che i due si sono scelti (?!), presumibilmente di propria spontanea volontà.

Ma io e gli altri passeggeri, cosa c'entriamo nelle beghe relazionali di un pazzo? Ed è scattata in me la speranza di far parte di una candid camera: ero seduta al mio posto, non potevo muovermi, non potevo ridere anche se ne sentivo fortemente l'impulso, non potevo leggere, non potevo voltarmi, non potevo nemmeno parlare al telefono a mia volta perché le sue urla avrebbero coperto la mia voce.

Una signora anziana mi si è avvicinata prima di scendere e mi ha sussurrato Ora mi manca solo il cognome e poi saprò tutto di lui. Parole sante.

martedì 16 giugno 2009

La mia personale lista di locali pubblici veg friendly... e di chi veg friendly non lo è affatto

"Buongiorno, vorrei un'insalata senza prodotti animali e senza pomodori".
"Mi dica cosa ci vuole e facciamo prima".
"Tutto quello che c'è nell'insalata che ha sul bancone, tranne i prodotti animali e i pomodori, quindi lattuga, carote, cetrioli, olive, mais e rucola. Grazie".
"Ci vuole del tonno?"
Dialogo realmente avvenuto (Rivoli, giugno 2009)

In Italia, persino in una grande città per molte cose "civile" e moderna come Torino, l'ignoranza in materia di vegetarianesimo e veganesimo è molto diffusa
. La maggior parte delle persone non sa bene cosa significhi "vegano", quali siano le differenze tra un vegetariano e un vegano e 99 volte su 100, una volta scoperta la differenza, parte in quarta con considerazioni personali e dietetiche fai da te oppure con domande poco intelligenti.
La situazione non migliora quando ci si reca a mangiare nei locali pubblici, tutt'altro, come ho già avuto modo di raccontarvi.

La scelta vegana è stata nel mio caso frutto di un percorso a tappe: nel 1998 ho abolito carne rossa, salumi e insaccati, nel 2005 gran parte dei latticini e nel 2008 anche carne bianca, pesce, latte e uova. Da alcuni mesi, ho scelto di non consumare più nemmeno il miele.

In questi undici anni, già solo non mangiando carne rossa, ho assistito a decine di scene raccapriccianti che evidenziano la chiusura mentale e l'ignoranza di molte persone, assolutamente non in grado di sostenere una conversazione su un tema su cui sono convinte di sapere tutto pur non sapendone in realtà quasi niente.
In quest'ultimo anno in particolare, avendo avuto problemi di salute che per diversi mesi mi hanno reso molto difficile mangiare, ho avuto una ulteriore riprova della non capacità di accettare o per lo meno tollerare stili di vita alternativi a quelli che la massa ritiene "normali".

Se posso sopportare senza problemi tale stupidità in numerosi ambiti, dopo mesi e mesi di abbattimento ho deciso che non intendo più sopportarlo quando sono un cliente pagante.
Da oggi in poi, non solo boicotterò qualunque locale dove non verrò trattata con educazione e rispetto come qualunque altro cliente, ma compilerò anche una lista dei locali pubblici in cui ho ricevuto un trattamento veg friendly e... una lista dei locali pubblici in cui il servizio si è rivelato pessimo e l'attenzione verso il cliente altrettanto carente.

Non è una lista di ristoranti costosi, ma di posti in cui a chiunque può capitare di mangiare a Torino e dintorni. Non sono nemmeno posti dichiaratamente veg, se non in rari casi: molti sono anzi locali dove si cucinano anche carne e pesce. In alcuni ho mangiato più volte, in altri mi è bastata la prima. Le due liste (che trovate nei prossimi post) nascono oggi ma verranno costantemente aggiornate e anzi, se avete suggerimenti e integrazioni, sono i benvenuti!


Post precedenti su Moviem@tica:
Ristorante vegetariano Il Punto Verde

sabato 14 febbraio 2009

Pinguini e confetti rosa... per un matrimonio perfetto

[Pinguino gigante in una vetrina del centro,
immagine scattata il 14 febbraio 2009]

Il pinguino sorride a occhi chiusi, contento della propria forma florida e invidiabile, sfoggiando un bel paraorecchie colorato. Qualcuno gli ha furbescamente appioppato una targa che dice Ti amo, per cavalcare l'onda di San Valentino.

Mi fermo per scattare una foto e arriva una giovane coppia, non avranno ancora vent'anni. Si tengono stretti, molto stretti, e sostano davanti alla vetrina. Lei si scioglie come da copione ed esclama con un tono a metà tra il ruffiano e il bambinesco: OOOh! Se mi regali quel pinguino, ti sposo!

Tutto come da copione? Sì, forse persino troppo: nonostante il tono studiato ad arte, sembra spaventosamente seria nel dirlo.

L'immagine su Deviant Art

lunedì 29 settembre 2008

Come rifiutare un appuntamento indesiderato meglio di come avrebbe potuto fare John Candy

[John Candy in Only the Lonely,
immagine da Moviegoods.Com]

Volendo trovare un colpevole a tutti i costi, potrei dire che la colpa è dell'incolpevole Chris Columbus, la cui unica vera colpa non è in realtà aver diretto Nine Months - Imprevisti d'amore (1995) né il primo Harry Potter, ma il chiamarsi come Cristoforo Colombo e di avere quindi un nome un po'... impegnativo, diciamo.

Comunque, dato che la distribuzione italiana aveva criminalmente intitolato il suo film Home Alone (1991) Mamma, ho perso l'aereo, in seguito all'incredibile successo di quest'ultimo per un paio di stagioni nelle sale italiane fu tutto un fiorire di titoli con mamme, papà, zii e zie, sorelle e fratelli, nonni e nonne, figli e figlie e via coniugando tutto l'albero genealogico nel comunicare a partire dal titolo l'intero svolgimento (presunto) del film, per paura che qualcuno andasse a vedere una pellicola rischiando di non conoscere già il (presunto) lieto fine che lo attendeva.

Fu così che il delizioso Only the Lonely (1991), interpretato dal mai abbastanza rimpianto John Candy insieme alla rediviva Ally Sheedy e alla sempre pimpante (e tuttora in gran forma) Maureen O'Hara, venne ancora più criminalmente intitolato dalla mai sazia distribuzione italiana Cara mamma... mi sposo.

Nonostante il titolo lezioso e decisamente mammone, il film è come già detto una deliziosa commedia che poteva vantare un ottimo cast molto affiatato e soprattutto una sceneggiatura decisamente ben riuscita, con almeno tre o quattro sequenze davvero adorabili tra cui un dialogo da manuale, che si svolge all'interno di un'impresa di pompe funebri in cui il timido poliziotto Danny Muldoon, interpretato da John Candy, vorrebbe chiedere un appuntamento all'altrettanto timida Theresa Luna, che di mestiere trucca i cari estinti in vista dell'estremo saluto dei parenti.

Temendo un rifiuto da parte della donna, Danny mette le mani avanti esordendo con un imponente elenco di scuse inverosimili che probabilmente si è sentito indirizzare in passato e con cui lei potrebbe rifiutare di uscire con lui sabato sera, tra cui figurano per esempio un appuntamento con qualcun altro, il lavare l'automobile, il lavarsi i capelli...

Ho sempre trovato geniale quel dialogo e ho sempre pensato che fosse geniale perché volutamente eccessivo e inverosimile, ma a quanto pare non lo è poi così tanto, dal momento che oggi pomeriggio ho assistito a una scena decisamente simile: nel rifiutare un invito che qualcuno le stava rivolgendo, ho sentito una ragazza esclamare al telefono con tono molto serio: No, non posso venire. Non sono truccata.

Prima ancora di sorridere nel notare che in realtà era decisamente truccata e nel pensare che anche non lo fosse stata, nulla le impediva di accettare l'invito se non il suo scarso desiderio di farlo, istintivamente ho ripensato ad Ally Sheedy che respinge con calma tutte le scuse assurde che John Candy snocciola per lei: al fatto che lei non fosse truccata, devo ammettere, non aveva pensato nemmeno lui.

venerdì 13 giugno 2008

Frasi topiche ascoltate per strada - 2X1

[Daniel Day Lewis in Gangs of New York]

I topoi metropolitani di oggi sono ben due, talmente irresistibili che li posto entrambi, con un'immagine di accompagnamento che li rappresenti degnamente...

Topos #1:

Lei: "A New York ci sono 35 gradi? Ma non stava nevicando fino a tre giorni fa?!" [tono scandalizzato nel leggere i dati su un tabellone elettronico, NdR]
Lui: "Ma no, devi pensare che quando qui è estate a New York è inverno..." [tono di chi ha chiarissima in mente la situazione, NdR]

Topos #2:

"Ascolta, senti... Lo sai che giorno è oggi? Venerdì 13! Guarda che ti fanno il c..o!"

Finché non ho sentito il secondo topos, urlato per strada da un uomo di mezza età a un amico che si trovava a un centinaio di metri da lui su un altro marciapiede, con l'italica grazia che ci contraddistingue, non avevo realizzato che in effetti sì, oggi è davvero venerdì 13.

Quanto al primo topos... credo non sia un segreto per nessuno - a parte il latore del topos medesimo - che New York è nel nostro stesso emisfero e quindi quando da noi è estate anche a New York è estate.

Per una rissa di venerdì 13 e una New York un po' diversa dal solito, quale migliore immagine delle battaglie urbane del terribilmente sottovalutato Gangs of New York di Martin Scorsese?

Dizionario di Bierce - Heaven / Paradiso

[Hieronymus Bosch, Paradise and Hell, circa 1510]

Heaven: A place where the wicked cease from troubling you with talk of their personal affairs, and the good listen with attention while you expound your own.

(Paradiso: un posto in cui i malvagi desistono dall'affliggerti con il racconto dei loro affari personali e i buoni ascoltano attentamente mentre parli dei tuoi)
Ambrose Bierce [1842-1914]

Forse qualcuno avrebbe dovuto dirlo alla fanciulla che era seduta nella fila di sedili dietro la mia durante la serata finale di Film breve e che ha trascorso oltre tre ore conversando amabilmente con il vicino, dando fiato a una serie infinita di banalità e informando lui, me, il mio vicino e probabilmente altre venti persone, volenti o nolenti, dei suoi casi personali.

La perla di maggiore genialità e profondità ermeneutica che ho dovuto ascoltare mio malgrado è stata: Certo che una volta le donne, quando erano belle erano belle, eh?

giovedì 3 aprile 2008

Frasi topiche ascoltate per strada - II

"In Francia, sono dieci anni avanti!"
[tono di chi la sa molto lunga, NdR]

Due ragazzi di vent'anni attraversano in modo concitato l'atrio di Palazzo Nuovo
, nel quale mi ritrovo mio malgrado a vagare ogni tanto per motivi "ufficiali". Discutono animatamente e uno dei due conclude un discorso che non ho avuto occasione di ascoltare con il piglio sicuro di chi sta facendo un'affermazione incontrovertibile.
Non ho idea di cosa stessero parlando, ma non posso fare a meno di pensare tra me e me, sorridendo un po' sarcastica: Non sarà l'Italia, a essere dieci anni indietro?!

martedì 11 marzo 2008

Frasi topiche ascoltate per strada - I

"Una scopata vale più della mamma?!"
[tono indignato e incredulo, NdR]

Pronunciata da una donna di mezza età (e casualmente sentita stamattina dalla sottoscritta) nella patria ufficiale dei mammoni senza speranza, spiega in effetti molte cose.