Tutto ha inizio da un paio di stivali. Perché? Vi chiederete voi.
Perché porto gli stivali oltre 300 giorni l'anno. Niente tacchi mozzafiato, fantasie pitonate, punte da Strega dell'Est o cose amorfe che cadono mollemente a metà caviglia. Sono stivali al ginocchio, con i lacci fino in cima e le cerniere laterali, stivali comodi per camminare tutto il giorno e da usare con qualunque tempo. Da battaglia insomma.
L'altro giorno una delle cerniere mi ha piantata in asso e sono andata in pellegrinaggio dal calzolaio. Morale della favola: dieci giorni senza stivali, così sto andando in giro con un paio di scarpe basse e calze alla caviglia. Viola, ovviamente.
Tutto ciò comporta due conseguenze: mostrare il pallore cadaverico delle mie estremità inferiori e i tatuaggi che vi si trovano e che sono sempre coperti. Non so se sia peggio inciampare costantemente perché non so camminare senza stivali oppure vedere che l'attenzione delle persone si rivolge magneticamente ai tatuaggi sulle mie gambe.
Solitamente capita con le braccia, ma in questi giorni posso affermare che tra braccia e gambe... vincono le gambe. Le persone che incontro non fanno nemmeno un tentativo di guardarmi in viso e se fino a qualche giorno fa in automatico fissavano le mie braccia, ora fissano in automatico le mie gambe.
Quando amici non tatuati mi fanno domande su come sia vivere con i tatuaggi e rispondo, pensano sempre che io esageri. Che voglia vedere malevolenza e maleducazione dove non ci sono, che mi immagini morbosità inesistenti, che non riesca a capire che ormai i tatuaggi li hanno tutti e bla bla bla. Ovviamente è facile parlare non avendo tatuaggi, anche perché non si tratta di cambiare pettinatura o orologio: nel caso avessero tatuaggi anche loro passerebbero per sempre dall'altro lato dalla barricata e...
To be continued
Post precedenti su Moviem@tica:
Ufficio Postale... Italia - III Terzo e ultimo atto (o almeno si spera)
Le domande sui tatuaggi che qualunque donna tatuata conosce fin troppo bene
Una delle persone a causa delle quali mi sento dire: "Ah, hai dei tatuaggi"
Perché porto gli stivali oltre 300 giorni l'anno. Niente tacchi mozzafiato, fantasie pitonate, punte da Strega dell'Est o cose amorfe che cadono mollemente a metà caviglia. Sono stivali al ginocchio, con i lacci fino in cima e le cerniere laterali, stivali comodi per camminare tutto il giorno e da usare con qualunque tempo. Da battaglia insomma.
L'altro giorno una delle cerniere mi ha piantata in asso e sono andata in pellegrinaggio dal calzolaio. Morale della favola: dieci giorni senza stivali, così sto andando in giro con un paio di scarpe basse e calze alla caviglia. Viola, ovviamente.
Tutto ciò comporta due conseguenze: mostrare il pallore cadaverico delle mie estremità inferiori e i tatuaggi che vi si trovano e che sono sempre coperti. Non so se sia peggio inciampare costantemente perché non so camminare senza stivali oppure vedere che l'attenzione delle persone si rivolge magneticamente ai tatuaggi sulle mie gambe.
Solitamente capita con le braccia, ma in questi giorni posso affermare che tra braccia e gambe... vincono le gambe. Le persone che incontro non fanno nemmeno un tentativo di guardarmi in viso e se fino a qualche giorno fa in automatico fissavano le mie braccia, ora fissano in automatico le mie gambe.
Quando amici non tatuati mi fanno domande su come sia vivere con i tatuaggi e rispondo, pensano sempre che io esageri. Che voglia vedere malevolenza e maleducazione dove non ci sono, che mi immagini morbosità inesistenti, che non riesca a capire che ormai i tatuaggi li hanno tutti e bla bla bla. Ovviamente è facile parlare non avendo tatuaggi, anche perché non si tratta di cambiare pettinatura o orologio: nel caso avessero tatuaggi anche loro passerebbero per sempre dall'altro lato dalla barricata e...
To be continued
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Ufficio Postale... Italia - III Terzo e ultimo atto (o almeno si spera)
Le domande sui tatuaggi che qualunque donna tatuata conosce fin troppo bene
Una delle persone a causa delle quali mi sento dire: "Ah, hai dei tatuaggi"
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