[Avviso sulla porta dell'ufficio postale e braccio della sottoscritta,
immagine scattata il 1 luglio 2008]
immagine scattata il 1 luglio 2008]
Questa mattina sono tornata all'ufficio postale per ritirare la mia assicurata e, memore del grande successo ottenuto ieri, sono arrivata in Lungo Dora Firenze alle ore 11.20.
L'ufficio era pieno di persone di ogni età in attesa spasmodica, chi seduto sui pochi sedili disponibili, chi in piedi, chi al telefono a raccontare i fatti propri e quelli degli altri, chi in piedi sotto il solleone subito fuori dall'ufficio.
Armata di un buon libro, ho trascorso nei pressi delle amate Poste Italiane le successive due ore e un quarto, riuscendo infine a ritirare la mia assicurata verso le ore 13.35. Presentarsi allo sportello, consegnare il numerino, consegnare la cedola per il ritiro dell'assicurata, mostrare un documento d'identità ed entrare in possesso della lettera ha richiesto 4 minuti d'orologio, che sommati al tempo d'attesa diventano... solo 139 minuti.
Nel frattempo:
1. ho terminato il libro;
2. ho ascoltato mio malgrado tutte le vicende immobiliari di una signora che voleva affittare un appartamento per le vacanze a dei ragazzi;
3. sono stata osservata e appellata come al solito per via dei tatuaggi;
4. ho sentito le lamentele di una donna nei confronti degli anziani che passano il sabato mattina a curiosare tra le bancarelle del mercato senza mai comprare niente, lamentele su cui concordavano almeno altre tre donne in coda in quel momento;
5. ho assistito a una tipica scena italiana: una giovane donna si è rivolta a una delle impiegate allo sportello chiedendo di parlare con la responsabile dell'ufficio, è stata completamente ignorata per oltre cinque minuti, è riuscita a ottenere attenzione solo dopo aver fatto la stessa richiesta almeno dieci volte con un tono di voce sempre più alto e quando la responsabile si è rifiutata di parlarle, ha infine ottenuto un indirizzo a cui inviare una lettera di reclamo, nell'indifferenza generale.
Le stesse persone che hanno mugugnato, sbuffato, imprecato, piagnucolato per due ore, fumando nervosamente o chiacchierando davanti all'ingresso, sono rimaste completamente sorde all'invito della giovane donna di scrivere in massa all'ufficio reclami per lamentarsi del trattamento ricevuto.
La maggior parte delle persone in coda oggi erano per lo meno al secondo tentativo di ritiro di una qualche lettera se non al terzo [ho scoperto che sabato scorso l'ufficio era del tutto chiuso, NdR], hanno trascorso mediamente almeno due ore ciascuna davanti all'ufficio, sottraendo tempo al lavoro o ad altre occupazioni e vaticinando ininterrottamente su quale fosse il modo ottimale di amministrare l'ufficio postale.
C'è stata quasi una sommossa popolare quando l'orologio ha scoccato le ore 13.40 e non era chiaro se chi era in coda da almeno 90 minuti sarebbe dovuto tornare nuovamente o se avrebbe potuto continuare ad aspettare dopo l'orario di chiusura ufficiale.
Ma scrivere una lettera di reclamo è un altro paio di maniche, no?!
Nel frattempo, a dare il benvenuto a chiunque entrasse nell'ufficio di Lungo Dora Firenze era un ironico cartello, immortalato nella foto:
Si informa la Spettabile Clientela che la Filiale di Torino sta predisponendo una nuova Sede, nella quale saranno attivati degli sportelli che effettueranno solo ed esclusivamente la consegna della corrispondenza inesitata.
I lavori sono in fase di ultimazione.
Post precedenti su Moviem@tica:
Ufficio Postale... Italia
Ufficio Postale... Italia - II La vendetta
L'ufficio era pieno di persone di ogni età in attesa spasmodica, chi seduto sui pochi sedili disponibili, chi in piedi, chi al telefono a raccontare i fatti propri e quelli degli altri, chi in piedi sotto il solleone subito fuori dall'ufficio.
Armata di un buon libro, ho trascorso nei pressi delle amate Poste Italiane le successive due ore e un quarto, riuscendo infine a ritirare la mia assicurata verso le ore 13.35. Presentarsi allo sportello, consegnare il numerino, consegnare la cedola per il ritiro dell'assicurata, mostrare un documento d'identità ed entrare in possesso della lettera ha richiesto 4 minuti d'orologio, che sommati al tempo d'attesa diventano... solo 139 minuti.
Nel frattempo:
1. ho terminato il libro;
2. ho ascoltato mio malgrado tutte le vicende immobiliari di una signora che voleva affittare un appartamento per le vacanze a dei ragazzi;
3. sono stata osservata e appellata come al solito per via dei tatuaggi;
4. ho sentito le lamentele di una donna nei confronti degli anziani che passano il sabato mattina a curiosare tra le bancarelle del mercato senza mai comprare niente, lamentele su cui concordavano almeno altre tre donne in coda in quel momento;
5. ho assistito a una tipica scena italiana: una giovane donna si è rivolta a una delle impiegate allo sportello chiedendo di parlare con la responsabile dell'ufficio, è stata completamente ignorata per oltre cinque minuti, è riuscita a ottenere attenzione solo dopo aver fatto la stessa richiesta almeno dieci volte con un tono di voce sempre più alto e quando la responsabile si è rifiutata di parlarle, ha infine ottenuto un indirizzo a cui inviare una lettera di reclamo, nell'indifferenza generale.
Le stesse persone che hanno mugugnato, sbuffato, imprecato, piagnucolato per due ore, fumando nervosamente o chiacchierando davanti all'ingresso, sono rimaste completamente sorde all'invito della giovane donna di scrivere in massa all'ufficio reclami per lamentarsi del trattamento ricevuto.
La maggior parte delle persone in coda oggi erano per lo meno al secondo tentativo di ritiro di una qualche lettera se non al terzo [ho scoperto che sabato scorso l'ufficio era del tutto chiuso, NdR], hanno trascorso mediamente almeno due ore ciascuna davanti all'ufficio, sottraendo tempo al lavoro o ad altre occupazioni e vaticinando ininterrottamente su quale fosse il modo ottimale di amministrare l'ufficio postale.
C'è stata quasi una sommossa popolare quando l'orologio ha scoccato le ore 13.40 e non era chiaro se chi era in coda da almeno 90 minuti sarebbe dovuto tornare nuovamente o se avrebbe potuto continuare ad aspettare dopo l'orario di chiusura ufficiale.
Ma scrivere una lettera di reclamo è un altro paio di maniche, no?!
Nel frattempo, a dare il benvenuto a chiunque entrasse nell'ufficio di Lungo Dora Firenze era un ironico cartello, immortalato nella foto:
Avviso al pubblico
Si informa la Spettabile Clientela che la Filiale di Torino sta predisponendo una nuova Sede, nella quale saranno attivati degli sportelli che effettueranno solo ed esclusivamente la consegna della corrispondenza inesitata.
I lavori sono in fase di ultimazione.
Ci scusiamo per il disagio
Post precedenti su Moviem@tica:
Ufficio Postale... Italia
Ufficio Postale... Italia - II La vendetta
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