Ho una consegna di lavoro urgente, talmente urgente che ieri sera non ho postato nemmeno due righe per festeggiare il compleanno n.73 di Woody Allen né ho caricato come d'abitudine la nuova programmazione del Cinema Massimo Tre.
Ma non riesco davvero a non scrivere una manciata di righe dopo aver letto un paio di articoli sulla posizione francamente incomprensibile [almeno per una persona laica come me, NdR] dei vertici della Chiesa cattolica rispetto alla proposta dell'Unione Europea di depenalizzare l'omosessualità a livello universale.
Per una istituzione che predica ai quattro venti amore, fratellanza, comprensione, tolleranza e rispetto della vita in tutte le sue forme [anche quando questo implica a mio parere oscurantismo e integralismo, NdR] come i propri principi fondamentali, come è possibile dichiarare che si è contrari all'abolizione di leggi che condannano come reato e discriminano l'orientamento sessuale delle persone (quindi interferendo con la loro sfera privata) perché altrimenti i Paesi che non riconoscono le unioni di fatto tra omosessuali verrebbero penalizzati e discriminati a propria volta?
Che senso ha tirare in ballo presunti e minacciosi aspetti "politici"?
Cosa c'è di più politico di poter vivere senza dover rischiare intimidazioni e percosse, tortura, imprigionamento e pena di morte per le proprie inclinazioni sessuali?
Cosa c'è di più politico di poter vivere senza dover rischiare intimidazioni e percosse, tortura, imprigionamento e pena di morte per le proprie inclinazioni sessuali?
Se una persona affermasse che non è favorevole all'abolizione di leggi che discriminano le persone per la loro etnia o religione perché altrimenti i Paesi che hanno nel proprio codice civile quelle leggi verrebbero discriminati, cosa rispondereste?
Se qualcuno avesse affermato qualcosa del genere all'epoca della segregazione razziale negli Stati Uniti o dell'apartheid in Sudafrica, cosa avreste risposto?
Se qualcuno avesse affermato qualcosa del genere all'epoca della segregazione razziale negli Stati Uniti o dell'apartheid in Sudafrica, cosa avreste risposto?
Io risponderei in due modi. Innanzitutto citando gli articoli 2 e 3 dei Principi fondamentali della Costituzione Italiana, che recitano rispettivamente:
2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
La seconda risposta sarebbe troppo volgare per riportarla qui.
Ma credo non guasti consigliare a tutti la visione di due meravigliosi film. Il primo non ha bisogno di spiegazioni ed è Una giornata particolare di Ettore Scola.
Il secondo ha bisogno di qualche spiegazione in più perché non è mai stato distribuito nella cattolicissima Italia nonostante sia stato premiato a Cannes e a Torino. Diretto da Sean Mathias e interpretato da Clive Owen, Lothaire Bluteau, Ian McKellen, Mick Jagger e Jude Law, si intitola Bent. Il protagonista, un Clive Owen ancora poco conosciuto, è rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau perché gay e tenta di sbarazzarsi dell'infamante triangolo rosa cucito sulla sua divisa che lo identifica come omosessuale.
Al lato "politico" della questione ci aveva già pensato qualcuno in passato, a quanto pare.
Per maggiori informazioni su iniziative di protesta a Torino:
Comitato Torino Pride 2006
Per maggiori informazioni su iniziative di protesta in tutta Italia:
Arcigay.It
Post precedenti su Moviem@tica:
Omocausto, lo sterminio dimenticato
Comitato Torino Pride 2006
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Arcigay.It
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Omocausto, lo sterminio dimenticato
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