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giovedì 30 ottobre 2008

Il cavallo di Troia del make up: la Puposka - Anno secondo

[Vetrina di un punto vendita Douglas in cui troneggiano le Puposke,
immagine scattata il 30 ottobre 2008]

Forse qualcuno ricorderà i miei dubbi amletici targati Natale 2007 riguardo alla Puposka messa in commercio dalla Pupa, come fa ogni anno con le confezioni regalo.

Ritrovarla raggiante e luccicosa nelle vetrine mi ha fatta un po' sorridere in questi giorni: la Puposka è tornata, pronta ad allettare nuove schiere di donne giovani e meno giovani, a trarre dall'impiccio del regalo adatto nuove schiere di fidanzati più o meno recenti, a fare sfoggio di sé in bagni, camere da letto e tavoli da toelette del Belpaese.

Tutto come l'anno scorso, allora? Non proprio. Pur continuando a trovarla un oggetto piacevole da vedere e ben disegnato, quest'anno non sono minimamente tentata dal comprarla. Ho vissuto benissimo senza per 365 giorni, penso che potrò fare altrettanto per i prossimi 365. E i 365 successivi. Etc.

Ho sempre pensato che la chirurgia estetica sia solo una fuga temporanea e aberrante da se stessi, alla rincorsa impossibile di un modello innaturale quanto inverosimile, la dimostrazione della non accettazione di sé e dell'assuefazione a modelli preconfezionati e standardizzati.
Non sono mai stata apocalittica sul make up, ovviamente, ma non averne bisogno per sentirsi attraente, essere capace di guardarsi allo specchio e apprezzare il proprio viso così com'è, come l'ha forgiato la natura... beh, è per me tanto inaspettato quanto liberatorio. E assolutamente fantastico. Sono io, a non essere la stessa dell'anno scorso.

Post precedenti su Moviem@tica:
Il cavallo di Troia del make up: la Puposka

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