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giovedì 16 ottobre 2008

"Avviso ai lettori: questa fotogalleria contiene immagini forti". Già, ma il problema sono i testi!


A volte non capisco se i giornalisti "ci sono o ci fanno", come si suol dire.

Il servizio, ospitato sul canale Sei di moda di Repubblica.It, titola Paese che vai, scandalo che trovi e mette subito le mani avanti, segnalando Avviso ai lettori: questa fotogalleria contiene immagini forti. La didascalia che si trova al fondo di ognuna delle 12 immagini della gallery, recita invece:

Paese che vai, scandalo che trovi
Non sempre il senso del pudore è comune. Soprattutto in pubblicità. Circa la tolleranza delle campagne i paesi europei hanno limiti molto differenti, come diverse sono le molle che offendono le sensibilità nei diversi luoghi. Il comune senso del pudore, in Europa, sembra avere limiti molto più rigidi che in Italia. Pubblicità e cartelloni cinematografici hanno subito da parte di organizzazioni spagnole, inglesi e russe una decisa censura perché ritenute volgari e lesive dei diritti dei minori, delle donne, delle minoranze o semplicemente del buon gusto. Il caso più recente in Spagna, dove è stata censurata la campagna per il lancio del film 'Diario di una ninfomane'. Nel nostro Paese nudi e sesso fanno poco scalpore. Baluardo della pubblicità al limite della provocazione resta Oliviero Toscani: l'ultima polemica riguarda cartelloni con l'immagine della modella anoressica completamente nuda, secondo alcuni strumentalizzata a fini commerciali
Ecco le immagini delle campagne che non avete mai visto

Non sono una bacchettona né una che si scandalizza, ma trovo che svendere il corpo femminile per vendere prodotti sia insultante, discriminatorio e anche di cattivo gusto. A colpirmi nelle immagini della gallery non sono però le immagini, alcune delle quali del resto in Italia, lungi dall'essere vietate, hanno campeggiato per mesi su stampa di settore e tabelloni pubblicitari dato che, come rileva anche l'anonimo autore, Il comune senso del pudore, in Europa, sembra avere limiti molto più rigidi che in Italia.

Non credo sia questione di senso del pudore, ma di buon gusto. E sì, in Italia latita decisamente da tempo, con la scusa della libertà di espressione e della presunta ironia.
Ma vedere una sorta di stupro di gruppo firmato "Dolce & Gabbana" o un pube in bella mostra con inscritto il logo "Gucci" (entrambe immagini presenti nella gallery) non mi sembra esattamente ironico, solo volgare.

A colpirmi, dicevo, non sono le immagini ma le brevi didascalie di commento inserite al fondo di ogni immagine, che suonano quasi stupite e incredule sulle motivazioni che hanno spinto altri Paesi - o la stessa Italia - a proibire le immagini.

Basti l'esempio che ho scelto per il post: una donna praticamente nuda che indossa solo un paio di collant fascianti, china in avanti a mostrare il sedere [che del resto si può mostrare abbondamentemente ma non più chiamare sedere, quindi è diventato dovunque Lato B, nemmeno si trattasse di un vecchio vinile] mentre non si capisce bene cosa stia facendo né se il prodotto siano i collant o un altro che ovviamente essendo nuda non indossa, e la didascalia che recita: Apparel: la pubblicità denunciata nel Regno Unito per una posa ritenuta volgare. Che strano?!

Vi riporto un altro paio di didascalie, a titolo di esempio. Per l'immagine di D&G a cui facevo riferimento prima il testo di accompagnamento recita: Dolce & Gabbana hanno spesso fatto scandalo con le campagne pubblicitarie. Il manifesto nella foto è stato ritirato in Spagna e Inghilterra perché "contrario ai diritti delle donne e denigratorio per la loro immagine; per l'immagine di due bambine vestite da Lolite, una delle quali in bikini e shorts, si può leggere: La pubblicità di Giorgio Armani Junior censurata dalla Comunidad de Madrid che la giudicò al límite dell'incitazione al turismo sessuale. Come sono bacchettoni all'estero, eh?

Altro elemento di fastidio è stato ritrovare citati, in questo caso gratuitamente, Oliviero Toscani e la campagna Nolita, che proprio perché non mostra una tettona seminuda con il Lato B in bella vista che ammicca in spiaggia mentre invita a comprare una lavatrice... eh sì, quella è stata censurata in Italia.

Photo gallery - Paese che vai, scandalo che trovi

Post precedenti su Moviem@tica:
Il vero scandalo della campagna Nolita
Donne in offerta speciale

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