Copyright Azzurra Camoglio. Powered by Blogger.

Questo blog non viene aggiornato dal novembre 2009 ma resta consultabile online per tutti i lettori.

Sto scrivendo un nuovo blog, in inglese, A Lot Like Purple.
Se vi va di saperne di più e di dare un'occhiata ai nuovi post, siete i benvenuti.

Sul nuovo blog avete anche una chance di abbonarvi alla mia newsletter mensile gratuita (in inglese), ma solo visitando il blog dal vostro browser invece che sul vostro smartphone.

Cerchi qualcosa?

Ricerca personalizzata

mercoledì 18 giugno 2008

La lettera di Greenpeace alla Ferrero

Gentile Ferrero,
grazie per la risposta, ma francamente ci saremmo aspettati qualcosa di più.

Voi sostenete di rifornirvi di olio di palma solo dalla Malesia e non dall’Indonesia. Ma la verità è che molti fornitori e trasformatori che operano in Malesia acquistano materia prima che proviene dall’Indonesia. Questa risposta è dunque insufficiente a garantire l’origine del prodotto: perchè non dire chi sono i vostri fornitori di olio di palma? Perché non comunicare – con onestà e trasparenza – qual è la propria situazione?

Rivendicate poi l’appartenenza all’RSPO (“Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile”). Ma Greenpeace ha ampiamente dimostrato che questa non è, allo stato attuale, una garanzia di sostenibilità. Tanto è vero che perfino Patrick Cescau, presidente della RSPO e amministratore delegato della Unilever, ha dovuto ammettere lo scorso aprile – dopo le azioni di protesta di Greenpeace a Londra, Amsterdam e Roma – i limiti della tavola rotonda nel garantire la sostenibilità della produzione dell’olio di palma in Indonesia. Per questo, Unilever ha aderito all'appello lanciato da Greenpeace per un'immediata moratoria sulla coltivazione della palma da olio in foreste pluviali e torbiere indonesiane. Perché Ferrero non fa lo stesso?

Ferrero si definisce “un utilizzatore marginale” di olio di palma (0,3% della produzione mondiale), ma per produrre tali quantità sono pur sempre necessari circa 15 mila ettari di palma da olio. E se si trattasse di aree deforestate? Sarebbe “ininfluente” la possibilità di aver distrutto un’area di foresta grande più della città di Torino?

Nella lettera di risposta si legge che “Ferrero non mancherà di continuare a difendere la giusta causa della conservazione delle foreste indonesiane”. Se è davvero così, allora vi chiediamo di sostenere la moratoria sull’espansione della palma da olio nelle ultime foreste pluviali del Sud Est Asiatico. Nutella salva la foresta!

Per firmare la nuova petizione online

Post precedenti su Moviem@tica:

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Green pees:
Siete SOLO il braccio VERDE delle multinazionali americane!!!

se non sapete da dove viene l'olio perchè attaccate le ditte italiane?
Andate a vwedere cosa fa la NESTLE.... o credete che non sia presente nel Borneo????

SIETE PIU DANNOSI DELLA PESTE

Azzurra Camoglio [She/Her] ha detto...

1. Non sono di Greenpeace, quindi se devi insultare Greenpeace, sarebbe logico andassi a farlo sul loro sito. Non credo leggano i commenti di questo blog.

2. Sul presente blog è stato dato uguale spazio alle dichiarazioni di Greenpeace e a quelle della Ferrero, come risulta chiaramente dalla trackback dei post precedenti.

3. Prima di pubblicare la seconda campagna di Greenpeace ho aspettato alcuni giorni per vedere se la Ferrero avrebbe replicato, come dico chiaramente nel post.

4. Anche la Ferrero è una multinazionale. Una multinazionale nata in Italia, ma una multinazionale anch'essa.

5. Non trovo nemmeno degna di una risposta la tua affermazione sulla Nestlé. Io la boicotto da 10 anni e se ci saranno campagne di boicottaggio, ne parlerò. Al momento mi interessano gli sviluppi di questa.

6. Come mai usi un tono tanto polemico? Ti senti coinvolto?

7. Se non sei soddisfatto delle mie risposte, resto a tua disposizione. Grazie di essere passato del blog.

8. Ti avviso in anticipo con altrettanta chiarezza che se sei un flamer, i giochini non mi interessano.