Leggo su Repubblica l'articolo di Marco Stefanini La lavatrice che consuma chip e "spreca" solo un bicchier d'acqua, datato 10 giugno 2008.
Panni lavati con chip di plastica e usando appena un bicchiere d'acqua. In un futuro neanche troppo remoto, forse già l'anno prossimo, sarà immessa sul mercato un'innovativa lavatrice, creata dalla britannica Xeros, un'azienda nata nel febbraio nel 2007 su impulso delle ricerche della scuola di design dell'Università di Leeds. Questa invenzione, che porterà lo stesso nome dell'azienda che la commercializzerà, non interesserà soltanto l'uso domestico, ma anche gli impianti industriali, incluse naturalmente le tintorie.
Il risultato, promettono i ricercatori inglesi, è identico a quello ottenuto da una lavatrice tradizionale: panni profumati e ben lavati. E, soprattutto, già asciutti: finito il ciclo di "lavaggio" non ci sarà bisogno di stenderli ad asciugare. Il nuovo elettrodomestico si trova attualmente in fase di test, ma dovrebbe essere commercializzato nel Regno Unito già dall'anno prossimo: la Xeros ha avviato delle trattative con un distributore interessato al progetto.
La nuova lavatrice è la prima al mondo ad impiegare per ogni ciclo di lavaggio poco meno di una tazza d'acqua. A livello energetico consumerà meno del 2% rispetto a quanto avviene oggi. La pulizia sarà resa possibile da chip di plastica: basta usare per ogni lavaggio 20 chili di questi granuli, ognuno con un diametro di 0,5 centimetri. L'acqua, invece, viene scaldata e servirà a sciogliere lo sporco, che sarà poi "assorbito" dai chip.
Il professor Stephen Burkinshaw, che ha firmato questa invenzione, assicura: "I risultati, a livello di pulizia, sono sorprendenti. Riesce a rimuovere ogni tipo di macchia, incluse quelle resistenti di caffè e rossetto". I venti chilogrammi di chip possono essere riutilizzati almeno 100 volte, garantendo un periodo di sei mesi di lavaggi. L'azienda, che si è assicurata investimenti pari a 750 mila euro, sottolinea che il prezzo dell'elettrodomestico non sarà troppo diverso da quello che si paga oggi.
Attualmente una lavatrice usa circa 35 chili d'acqua per ogni chilo di vestiti, oltre all'energia che deve essere impiegata per scaldare l'acqua e asciugare la biancheria. Notevoli i vantaggi in campo industriale: "Se per molti anni l'industria tessile - spiega la Xeros - ha puntato sulla riduzione del consumo di acqua, in linea con quanto fanno tutte le industrie, a oggi l'acqua utilizzata per questo scopo è ancora tantissima". Per non parlare dei solventi chimici di cui sarà possibile fare a meno, soprattutto nel lavaggio a secco.
Si calcola che questa invenzione permetterà di risparmiare miliardi di litri di acqua, soltanto nel Regno Unito - dove, quotidianamente, ogni abitazione utilizza, solo per il lavaggio della biancheria, 21 litri di acqua. "E' una delle invenzioni più sorprendenti che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni - dice fiero Rob Rule, il direttore della Xeros - perché potrà rivoluzionare il mercato globale del lavaggio".
L'articolo non nasconde il proprio stupore, apprezzamento, entusiasmo per il funzionamento dell'elettrodomestico, del quale non è che venga spiegato granché mentre ci si concentra sulla sua fortuna commerciale prima ancora che venga lanciato sul mercato.
Viene segnalato che consumerà pochissima acqua, e fin qui d'accordo, a fronte dell'utilizzo per ogni ciclo di lavaggio di 20 kg di chip di plastica riutilizzabili per tot lavaggi e quindi per tot mesi.
Ed ecco le mie domande:
1. Quanta acqua verrà utilizzata per produrre i chip di plastica?
2. Quale sarà l'impatto ambientale della loro produzione?
3. Quali materie prime sono necessarie per produrli?
4. Una volta sfruttate appieno le possibilità di utilizzo dei kg e kg di chip di plastica, come verranno smaltiti, stoccati e riciclati?
5. Quale sarà a quel punto il loro impatto ambientale?
Panni lavati con chip di plastica e usando appena un bicchiere d'acqua. In un futuro neanche troppo remoto, forse già l'anno prossimo, sarà immessa sul mercato un'innovativa lavatrice, creata dalla britannica Xeros, un'azienda nata nel febbraio nel 2007 su impulso delle ricerche della scuola di design dell'Università di Leeds. Questa invenzione, che porterà lo stesso nome dell'azienda che la commercializzerà, non interesserà soltanto l'uso domestico, ma anche gli impianti industriali, incluse naturalmente le tintorie.
Il risultato, promettono i ricercatori inglesi, è identico a quello ottenuto da una lavatrice tradizionale: panni profumati e ben lavati. E, soprattutto, già asciutti: finito il ciclo di "lavaggio" non ci sarà bisogno di stenderli ad asciugare. Il nuovo elettrodomestico si trova attualmente in fase di test, ma dovrebbe essere commercializzato nel Regno Unito già dall'anno prossimo: la Xeros ha avviato delle trattative con un distributore interessato al progetto.
La nuova lavatrice è la prima al mondo ad impiegare per ogni ciclo di lavaggio poco meno di una tazza d'acqua. A livello energetico consumerà meno del 2% rispetto a quanto avviene oggi. La pulizia sarà resa possibile da chip di plastica: basta usare per ogni lavaggio 20 chili di questi granuli, ognuno con un diametro di 0,5 centimetri. L'acqua, invece, viene scaldata e servirà a sciogliere lo sporco, che sarà poi "assorbito" dai chip.
Il professor Stephen Burkinshaw, che ha firmato questa invenzione, assicura: "I risultati, a livello di pulizia, sono sorprendenti. Riesce a rimuovere ogni tipo di macchia, incluse quelle resistenti di caffè e rossetto". I venti chilogrammi di chip possono essere riutilizzati almeno 100 volte, garantendo un periodo di sei mesi di lavaggi. L'azienda, che si è assicurata investimenti pari a 750 mila euro, sottolinea che il prezzo dell'elettrodomestico non sarà troppo diverso da quello che si paga oggi.
Attualmente una lavatrice usa circa 35 chili d'acqua per ogni chilo di vestiti, oltre all'energia che deve essere impiegata per scaldare l'acqua e asciugare la biancheria. Notevoli i vantaggi in campo industriale: "Se per molti anni l'industria tessile - spiega la Xeros - ha puntato sulla riduzione del consumo di acqua, in linea con quanto fanno tutte le industrie, a oggi l'acqua utilizzata per questo scopo è ancora tantissima". Per non parlare dei solventi chimici di cui sarà possibile fare a meno, soprattutto nel lavaggio a secco.
Si calcola che questa invenzione permetterà di risparmiare miliardi di litri di acqua, soltanto nel Regno Unito - dove, quotidianamente, ogni abitazione utilizza, solo per il lavaggio della biancheria, 21 litri di acqua. "E' una delle invenzioni più sorprendenti che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni - dice fiero Rob Rule, il direttore della Xeros - perché potrà rivoluzionare il mercato globale del lavaggio".
L'articolo non nasconde il proprio stupore, apprezzamento, entusiasmo per il funzionamento dell'elettrodomestico, del quale non è che venga spiegato granché mentre ci si concentra sulla sua fortuna commerciale prima ancora che venga lanciato sul mercato.
Viene segnalato che consumerà pochissima acqua, e fin qui d'accordo, a fronte dell'utilizzo per ogni ciclo di lavaggio di 20 kg di chip di plastica riutilizzabili per tot lavaggi e quindi per tot mesi.
Ed ecco le mie domande:
1. Quanta acqua verrà utilizzata per produrre i chip di plastica?
2. Quale sarà l'impatto ambientale della loro produzione?
3. Quali materie prime sono necessarie per produrli?
4. Una volta sfruttate appieno le possibilità di utilizzo dei kg e kg di chip di plastica, come verranno smaltiti, stoccati e riciclati?
5. Quale sarà a quel punto il loro impatto ambientale?
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