Secoli fa avevo un amico che mi ripeteva sempre come un mantra che la felicità non è ottenere ciò che si desidera ma desiderare ciò che si ha già. Non so se fosse consapevole del fatto che stava citando Dale Carnegie [Success is getting what you want. Happiness is wanting what you get, NdR] ma ho sempre trovato questa affermazione molto suggestiva. Molto suggestiva e al tempo stesso pericolosa, per svariati motivi che sarebbe noioso elencare qui.
Continuando ad alternare questa definizione ad altre, altrettanto interessanti anche se più buffe, compilo mentalmente una sorta di identikit citazionista della felicità. Le tre che preferisco sono, in ordine rigorosamente sparso:
Happiness is good health and a bad memory.
(Felicità è essere in buona salute e avere una cattiva memoria)
Ingrid Bergman [1915-1982]
One of the keys to happiness is a bad memory.
(Uno dei segreti della felicità è avere una cattiva memoria)
Rita Mae Brown
Happiness is not a goal; it is a by-product.
(La felicità non è un successo, è un sottoprodotto)
Eleanor Roosevelt [1884-1962]
Tre splendide citazioni al femminile, tre sguardi ironici e auto-ironici, tre punti di vista con indiscutibili similarità. Tutto perfetto, tutto chiaro, tutto semplice, dunque?
No, tutt'altro. La frase che mi ronza intorno incessantemente da questa mattina sostiene tutt'altro e pur non parlando apertamente di felicità è strettamente legata alla mia personale idea di felicità, forse proprio a causa di quel vecchio mantra: Fai attenzione a quello che desideri, perché potresti ottenerlo.
No, tutt'altro. La frase che mi ronza intorno incessantemente da questa mattina sostiene tutt'altro e pur non parlando apertamente di felicità è strettamente legata alla mia personale idea di felicità, forse proprio a causa di quel vecchio mantra: Fai attenzione a quello che desideri, perché potresti ottenerlo.
1 commento:
E no ora mi hai incuriosito, mi devi dire a tete a tete perchè la prima definizione della felicità è anche molto pericolosa Stricnina curiosona.
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