Ho sempre con me una shopper di stoffa [nera, molto cooooool] ripiegata in borsa.
Quando entro in qualche negozio o se non resisto alla tentazione e compro qualcosa in un mercatino, estraggo semplicemente dalla borsa la shopper ed è perfetta per qualunque tipo di acquisto.
La frase ricorrente dovunque è sempre: Niente busta, grazie. Il lato ecologico della faccenda è che non contribuisci a disseminare in giro plastica inutile semplicemente servendoti di shopper e buste riutilizzabili, il lato sociologico (e italiota) della faccenda è che i negozianti, invece di essere contenti o stimolati a porsi delle domande, ti guardano straniti come se fossi un extraterrestre.
E invece sì, è assolutamente possibile vivere senza sacchetti di plastica. Senza circondarsi di infiniti sacchetti di plastica quando si va al supermercato, in farmacia [dove oltretutto i sacchetti sono microscopici quindi praticamente inutili per qualunque altro utilizzo], in libreria, al mercato, a fare qualche commissione, etc. Al punto che a volte devo prenderne appositamente uno quando acquisto qualcosa perché altrimenti non ho un nuovo sacchetto per l'immondizia. Uno solo. Finché non me ne serve un altro.
Qualche giorno fa stavo curiosando tra le bancarelle dei libri in Piazza Statuto e ho trovato alcuni Urania e qualche romanzo di Asimov a pochissimi euro. Ne ho presi un paio e quando il negoziante ha sfoderato l'immancabile sacchetto di plastica, ho detto come sempre: "Niente busta, grazie". Ormai sulla difensiva, viste le continue occhiatacce o le alzate di sopracciglia generalizzate, ultimamente aggiungo un po' autoironica: Sì, sono un po' integralista.
Mi aspettavo il solito grugnito che avrebbe posto fine alla questione, senza obbligarmi a sorbirmi per l'ennesima volta le considerazioni sul fatto che non c'è niente di male in un sacchetto di plastica e bla bla bla, quando il negoziante mi ha sorriso e ha replicato: Eh, fossero tutti come lei sicuramente staremmo meglio. Con gli occhi sgranati, mi sono un po' schermita: "Beh, almeno ci sarebbe meno inquinamento. Sa, non è molto ma..."
Ma le rivoluzioni iniziano dai gesti di ogni giorno ha terminato lui per me. Magari l'ha fatto solo per assecondarmi, non lo so. Ma sono tornata a casa sorridendo con la mia shopper nera piena di vecchi libri di fantascienza.
Post precedenti su Moviem@tica:
Blog Action Day... today
Da venerdì il primo Ecopunto informativo
Quando entro in qualche negozio o se non resisto alla tentazione e compro qualcosa in un mercatino, estraggo semplicemente dalla borsa la shopper ed è perfetta per qualunque tipo di acquisto.
La frase ricorrente dovunque è sempre: Niente busta, grazie. Il lato ecologico della faccenda è che non contribuisci a disseminare in giro plastica inutile semplicemente servendoti di shopper e buste riutilizzabili, il lato sociologico (e italiota) della faccenda è che i negozianti, invece di essere contenti o stimolati a porsi delle domande, ti guardano straniti come se fossi un extraterrestre.
E invece sì, è assolutamente possibile vivere senza sacchetti di plastica. Senza circondarsi di infiniti sacchetti di plastica quando si va al supermercato, in farmacia [dove oltretutto i sacchetti sono microscopici quindi praticamente inutili per qualunque altro utilizzo], in libreria, al mercato, a fare qualche commissione, etc. Al punto che a volte devo prenderne appositamente uno quando acquisto qualcosa perché altrimenti non ho un nuovo sacchetto per l'immondizia. Uno solo. Finché non me ne serve un altro.
Qualche giorno fa stavo curiosando tra le bancarelle dei libri in Piazza Statuto e ho trovato alcuni Urania e qualche romanzo di Asimov a pochissimi euro. Ne ho presi un paio e quando il negoziante ha sfoderato l'immancabile sacchetto di plastica, ho detto come sempre: "Niente busta, grazie". Ormai sulla difensiva, viste le continue occhiatacce o le alzate di sopracciglia generalizzate, ultimamente aggiungo un po' autoironica: Sì, sono un po' integralista.
Mi aspettavo il solito grugnito che avrebbe posto fine alla questione, senza obbligarmi a sorbirmi per l'ennesima volta le considerazioni sul fatto che non c'è niente di male in un sacchetto di plastica e bla bla bla, quando il negoziante mi ha sorriso e ha replicato: Eh, fossero tutti come lei sicuramente staremmo meglio. Con gli occhi sgranati, mi sono un po' schermita: "Beh, almeno ci sarebbe meno inquinamento. Sa, non è molto ma..."
Ma le rivoluzioni iniziano dai gesti di ogni giorno ha terminato lui per me. Magari l'ha fatto solo per assecondarmi, non lo so. Ma sono tornata a casa sorridendo con la mia shopper nera piena di vecchi libri di fantascienza.
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6 commenti:
beh...
ora vogliamo una foto della shopper nera
sono convinta che il negoziante fosse d'accordo e per quel che serva lo sono anch'io, trovo che sia una bella lezione ecologica e sociologica.
Questa mattina sono andata in libreria a ritirare un libro che avevo ordinato.
La commessa mi stava dando un sacchetto di plastica per un singolo libro di un centinaio di pagine e delle dimensioni di un tascabile.
Un libro che troverebbe appunto posto nelle tasche posteriori di un paio di jeans o in una borsa nemmeno troppo capiente.
Quando le ho detto: "Niente busta" mi ha guardato come a chiedere: "E come fai con questo enorme oggetto ingombrante?".
Lieta che qualcuno la pensi come me, grazie Franciska!
purtroppo il consumismo ha colmato la mente di "sacchetti" pieni di inutilità che fanno apparire una biro al pari di una tavola da surf!! che fare se non iniziare a cambiare?
Concordo pienamente!!!
Dimenticavo, se non l'hai visto ti consiglio WALL-E!
Riesce a parlare di un tema importante in modo intelligente e adatto anche ai bambini.
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