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martedì 29 luglio 2008

La morte bianca colpisce Gardaland... quando la realtà supera persino Marc Augé

[Montagne russe a Gardaland,
immagine dal forum Favorite Roller Coaster]

Sono tornata. Non a pieno regime, ma eccomi qui.
E il post che ho scelto per il rientro nasce da una notizia diffusa oggi da Repubblica e presumo anche dagli altri quotidiani online:

Gardaland, incidente sul lavoro
Giovane travolto dalla monorotaia


Potrei citare i non luoghi di Marc Augé, ma sono ormai decisamente inflazionati. La realtà va ben oltre gli orizzonti socio-culturali da lui prefigurati.

Potrei anche citare il tema scottante delle morti bianche, ma è altrettanto inflazionato sui mezzi di comunicazione perché di colpo da mesi a questa parte trattato come un tormentone invece che come un problema reale di cui si parla per affrontarlo [ma nel momento in cui ne parli devi affrontarlo, se ti limiti a fare sensazionalismo fa figo e non impegna, si diceva una volta].

In Italia ci sono circa mille morti bianche l'anno, il che significa tre morti al giorno. Fino al rogo della ThyssenKrupp, era come se non esistessero. Morivano in silenzio, lontano dai riflettori, non facevano notizia.
Ora i mass media snocciolano quotidianamente i nomi e i luoghi di queste morti, limitandosi a fornire un bollettino di guerra che si guardano bene dal gestire o analizzare. Basti pensare alla strage avvenuta qualche settimana fa e già caduta nel dimenticatoio perché le persone coinvolte erano immigrati.

Ma scusate, sto divagando. Torniamo a Gardaland.
Mi ha colpito molto la chiusa del breve articolo, a cui vi rimando per la lettura completa:

Polemiche sulla mancata chiusura del parco, che nonostante la morte del giovane dipendente, è rimasto accessibile ai turisti tutto il giorno. "Mi vergogno quasi a dirlo, davanti a questa tragedia c'è stata gente che ci ha chiesto il rimborso del biglietto d'ingresso perché l'attrazione era chiusa, anche dopo avere saputo il motivo - ha riferito sconsolato Aldo Vigevani, ad di Gardaland, che si giustifica - questo episodio descrive il clima, non abbiamo potuto chiudere, ci sarebbe arrivata una valanga di richieste di danni". La struttura sarà aperta anche domani, seppur con qualche accorgimento: altoparlanti muti, niente feste e animazioni e all'ora della tragedia - poco prima di mezzogiorno - tutte le giostre si fermeranno per un momento di raccoglimento.

Ecco, mi piacerebbe vederla in faccia, una delle persone che vanno a protestare negli uffici o alle casse chiedendo il rimborso del biglietto perché qualcuno ha avuto il cattivo gusto di morire sul lavoro impedendogli di salire sulle giostre.
Mi piacerebbe vederla in faccia, una delle persone che s'incazzano perché scoprono che mezz'ora fa lì è morta una persona e questo intralcia la gitarella domenicale della famigliola felice da spot del Mulino Bianco.

Mi piacerebbe proprio vederlo in faccia, il vuoto pneumatico sistematizzato da cui tutto si sta facendo sommergere. Ma del resto l'importante è questo: può crollare l'economia, il livello culturale del Paese, il sistema sanitario, il valore dell'istruzione scolastica e chi più ne ha più ne metta... ma non toglietemi il divertimento, please.
Gli antichi romani avevano già capito tutto con il loro panem et circenses, ma almeno avevano più classe. Senza offesa per il Drago Prezzemolo, ovviamente.

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