Ctm chiude la porta a Banca Prossima
Articolo di Elisabetta Tramonto
L’assemblea dei soci boccia l’accordo, sottoscritto dal cda nel settembre scorso, con la banca per il non profit del gruppo Intesa-San Paolo
È durato solo pochi mesi, è stato criticato duramente e, di fatto, non è mai diventato operativo. L’accordo tra Ctm Altromercato e Banca Prossima, per finanziare le singole botteghe del commercio equo, è naufragato, scontrandosi con il voto dei soci.
L’assemblea si è tenuta sabato scorso e il 69% ha detto no. Nonostante il via libera, arrivato a settembre dal consiglio di amministrazione, Ctm ha, infatti, voluto portare la questione in assemblea.
«Dato l’argomento, non solo tecnico ma anche politico, e il malcontento diffuso che si era manifestato, abbiamo ritenuto corretto rimettere la decisione in mano ai soci», spiega la presidente del consorzio Chiara Bonati. «L’assemblea è stata solo il momento finale di un lungo processo partecipativo, che abbiamo portato avanti da settembre, con moltissimi incontri territoriali con i singoli soci», conclude Chiara Bonati.
«È l’intero sistema Altromercato a uscirne vittorioso, non solo chi era contrario all'accordo - dichiara Franco Bettin della cooperativa Nazca, socio di Ctm - Ancora una volta Altromercato si è dimostrato un luogo di confronto e di dibattito democratico con i soci, le Botteghe del Mondo, e con l’intero tessuto sociale del movimento».
Da settembre ad oggi, infatti, nel mondo del commercio equo, e non solo, si erano scatenate aspre contestazioni, dibattiti accesi e boicottaggi (a Firenze). Il motivo del dissenso è semplice: l’appartenenza di Banca Prossima ad Intesa-Sanpaolo, prima nella lista delle “banche armate” (nonostante abbia più volte dichiarato di essere in procinto di uscirne) e protagonista di quel mondo della finanza classica, contro cui da sempre si batte il movimento del commercio equo.
«Era un accordo che poteva essere di aiuto per molti soci», dichiara Giampiero Girardi, presidente della cooperativa Mandacarù, di Trento, tra i soci di Ctm Altromercato favorevole alla convenzione con Banca Prossima. «Ctm avrebbe assunto un ruolo di mediazione e di garanzia. Mentre gli amministratori delle singole cooperative non avrebbero più dovuto garantire di persona, cosa non da poco. Oggi figurano crediti del consorzio verso i soci che sfiorano i 3 milioni di euro. Significa che una parte delle risorse che le singole cooperative hanno destinato al sostegno del commercio equo finiscono a coprire i buchi lasciati nel bilancio dai soci morosi. Molti soci di Ctm hanno una visione troppo idealistica e lontana dalla realtà e da un’inevitabile necessità di mediazione», conclude Girardi.
A questo punto, però, l’accordo è sciolto. Era stato sottoscritto dal cda, ma non è mai diventato operativo, perché in questi mesi nessun socio ha inoltrato richieste di finanziamento.
Articolo di Elisabetta Tramonto
L’assemblea dei soci boccia l’accordo, sottoscritto dal cda nel settembre scorso, con la banca per il non profit del gruppo Intesa-San Paolo
È durato solo pochi mesi, è stato criticato duramente e, di fatto, non è mai diventato operativo. L’accordo tra Ctm Altromercato e Banca Prossima, per finanziare le singole botteghe del commercio equo, è naufragato, scontrandosi con il voto dei soci.
L’assemblea si è tenuta sabato scorso e il 69% ha detto no. Nonostante il via libera, arrivato a settembre dal consiglio di amministrazione, Ctm ha, infatti, voluto portare la questione in assemblea.
«Dato l’argomento, non solo tecnico ma anche politico, e il malcontento diffuso che si era manifestato, abbiamo ritenuto corretto rimettere la decisione in mano ai soci», spiega la presidente del consorzio Chiara Bonati. «L’assemblea è stata solo il momento finale di un lungo processo partecipativo, che abbiamo portato avanti da settembre, con moltissimi incontri territoriali con i singoli soci», conclude Chiara Bonati.
«È l’intero sistema Altromercato a uscirne vittorioso, non solo chi era contrario all'accordo - dichiara Franco Bettin della cooperativa Nazca, socio di Ctm - Ancora una volta Altromercato si è dimostrato un luogo di confronto e di dibattito democratico con i soci, le Botteghe del Mondo, e con l’intero tessuto sociale del movimento».
Da settembre ad oggi, infatti, nel mondo del commercio equo, e non solo, si erano scatenate aspre contestazioni, dibattiti accesi e boicottaggi (a Firenze). Il motivo del dissenso è semplice: l’appartenenza di Banca Prossima ad Intesa-Sanpaolo, prima nella lista delle “banche armate” (nonostante abbia più volte dichiarato di essere in procinto di uscirne) e protagonista di quel mondo della finanza classica, contro cui da sempre si batte il movimento del commercio equo.
«Era un accordo che poteva essere di aiuto per molti soci», dichiara Giampiero Girardi, presidente della cooperativa Mandacarù, di Trento, tra i soci di Ctm Altromercato favorevole alla convenzione con Banca Prossima. «Ctm avrebbe assunto un ruolo di mediazione e di garanzia. Mentre gli amministratori delle singole cooperative non avrebbero più dovuto garantire di persona, cosa non da poco. Oggi figurano crediti del consorzio verso i soci che sfiorano i 3 milioni di euro. Significa che una parte delle risorse che le singole cooperative hanno destinato al sostegno del commercio equo finiscono a coprire i buchi lasciati nel bilancio dai soci morosi. Molti soci di Ctm hanno una visione troppo idealistica e lontana dalla realtà e da un’inevitabile necessità di mediazione», conclude Girardi.
A questo punto, però, l’accordo è sciolto. Era stato sottoscritto dal cda, ma non è mai diventato operativo, perché in questi mesi nessun socio ha inoltrato richieste di finanziamento.
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