Copyright Azzurra Camoglio. Powered by Blogger.

Questo blog non viene aggiornato dal novembre 2009 ma resta consultabile online per tutti i lettori.

Sto scrivendo un nuovo blog, in inglese, A Lot Like Purple.
Se vi va di saperne di più e di dare un'occhiata ai nuovi post, siete i benvenuti.

Sul nuovo blog avete anche una chance di abbonarvi alla mia newsletter mensile gratuita (in inglese), ma solo visitando il blog dal vostro browser invece che sul vostro smartphone.

Cerchi qualcosa?

Ricerca personalizzata

mercoledì 28 maggio 2008

La "poesia" che Bertolt Brecht non ha mai scritto

[Bertolt Brecht]

La rete è una gran cosa, continuo a ribadirlo: permette di avere accesso a informazioni altrimenti introvabili o molto ben nascoste, permette di incontrare persone interessanti, permette di approfondire questioni basilari o semplici curiosità etc. etc.

Ma ci sono episodi che mi ricordano quanto spesso anche nella rete gli equilibri siano precari, le fonti non sempre autorevoli e l'equivoco/l'errore/il malinteso in agguato. Anche complice una certa disattenzione o troppa fiducia nei confronti di chi ci circonda, ovviamente.

Ho già ricevuto almeno quattro volte negli ultimi dieci giorni una catena e-mail contenente la seguente "poesia":

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Fin qui, niente di male. Concordo anche con il messaggio che la suddetta "poesia" veicola. Peccato che venga attribuita a Bertolt Brecht e che nessuna delle persone che me l'hanno inviata - e che a loro volta l'hanno ricevuta da altre persone - si sia preoccupata di verificare la fonte.

Tale "poesia" non è di Bertolt Brecht. E per verificarlo non c'è bisogno di annose indagini, basta un giro veloce su Wikipedia. Sull'edizione italiana, per giunta.
Non c'è bisogno di andare lontano o di conoscere l'inglese, insomma.

La "poesia" e il messaggio che veicola sono condivisibili ma inoltrare continuamente e a tappeto qualcosa di interessante/valido/utile contenente però dati scorretti - e oltretutto a essere scorretto è uno degli elementi di maggior forza del testo, ossia l'attribuzione a un autore il cui prestigio e il cui impegno antinazista sono una sorta di valore aggiunto - mina l'autorevolezza del messaggio, ne diminuisce la credibilità e l'impatto.
Oltre a mettere in dubbio la serietà o perlomeno l'attenzione delle persone che lo veicolano.

Critichiamo sempre i giornalisti e i media definendoli prezzolati, poco attenti e superficiali e rimproverando loro di non verificare o rispettare le fonti, ma casi come questo mi ricordano fastidiosamente che la rete non è certo un'isola felice, a tal proposito.

Nessun commento: