Potrà essere più alto di 150 metri il grattacielo Intesa Sanpaolo che la banca intende costruire a Torino sulla cosiddetta Spina 2 all'altezza della stazione di Porta Susa.
Il Consiglio comunale ha infatti approvato con 30 voti a favore e 10 contrari la variante parziale numero 164 del Piano regolatore generale, che finora limitava l'altezza dell'edificio a 150 metri. Ora vi si potranno infatti aggiungere fino a 22,5 metri dedicati ai volumi tecnici, in virtù dell'aumentato spessore "delle solette per contenere il consumo energetico, al miglioramento dell'isolamento acustico e delle caratteristiche bioclimatiche".
Non si arriverà però a 172,5 metri, e ci si fermerà a 164 metri per rimanere sotto i 167 metri di altezza della Mole Antonelliana, come annunciato dal progettista Renzo Piano e dalla banca stessa. Era l'ultimo ostacolo tecnico all'opera.
A favore hanno votato Pd, Idv, Moderati, Carlo Zanolini dei Verdi facenti parte della maggioranza del sindaco Sergio Chiamparino, cui si sono aggiunti esponenti dell'opposizione. Contrari Lega e Sinistra Arcobaleno.
"E' la prima volta che si vota guardando prima agli interessi della città, poi a quelli del partito di appartenenza", ha detto Chiamparino. Nel pomeriggio il Consiglio aveva già bocciato la mozione che chiedeva un referendum sulla realizzazione dell'opera. Sotto Palazzo di Città si è svolta durante tutto il pomeriggio una manifestazione di protesta.
"Tra quattro mesi sarà concluso l'iter amministrativo e potranno partire i lavori di scavo delle fondamenta - ha spiegato l'Assessore all'urbanistica Mario Viano -. L'edificio di 40 piani costerà 300 milioni, al Comune arriveranno 50 circa di oneri, i lavori secondo la banca saranno conclusi nel 2010".
Il consiglio ha anche approvato una mozione presentata dal Pd che chiede alla giunta di proporre entro il 30 marzo un quadro della situazione sugli interventi di modifica necessari nel piano regolatore della città, approvato nel 1994 e che oggi va rivisto in virtù di sviluppi urbanistici nelle zone di Corso Marche, Vanchiglia, Basse di Stura, Corso Dante e Lingotto. Da questo quadro della Giunta, partirà la discussione con gli ordini professionali, l'Università e le circoscrizioni.
"Da questo confronto, ampio come mai prima, che durerà 6 mesi - ha spiegato il capogruppo Pd, Andrea Giorgis - partiranno poi le nostre valutazioni".
Il Consiglio comunale ha infatti approvato con 30 voti a favore e 10 contrari la variante parziale numero 164 del Piano regolatore generale, che finora limitava l'altezza dell'edificio a 150 metri. Ora vi si potranno infatti aggiungere fino a 22,5 metri dedicati ai volumi tecnici, in virtù dell'aumentato spessore "delle solette per contenere il consumo energetico, al miglioramento dell'isolamento acustico e delle caratteristiche bioclimatiche".
Non si arriverà però a 172,5 metri, e ci si fermerà a 164 metri per rimanere sotto i 167 metri di altezza della Mole Antonelliana, come annunciato dal progettista Renzo Piano e dalla banca stessa. Era l'ultimo ostacolo tecnico all'opera.
A favore hanno votato Pd, Idv, Moderati, Carlo Zanolini dei Verdi facenti parte della maggioranza del sindaco Sergio Chiamparino, cui si sono aggiunti esponenti dell'opposizione. Contrari Lega e Sinistra Arcobaleno.
"E' la prima volta che si vota guardando prima agli interessi della città, poi a quelli del partito di appartenenza", ha detto Chiamparino. Nel pomeriggio il Consiglio aveva già bocciato la mozione che chiedeva un referendum sulla realizzazione dell'opera. Sotto Palazzo di Città si è svolta durante tutto il pomeriggio una manifestazione di protesta.
"Tra quattro mesi sarà concluso l'iter amministrativo e potranno partire i lavori di scavo delle fondamenta - ha spiegato l'Assessore all'urbanistica Mario Viano -. L'edificio di 40 piani costerà 300 milioni, al Comune arriveranno 50 circa di oneri, i lavori secondo la banca saranno conclusi nel 2010".
Il consiglio ha anche approvato una mozione presentata dal Pd che chiede alla giunta di proporre entro il 30 marzo un quadro della situazione sugli interventi di modifica necessari nel piano regolatore della città, approvato nel 1994 e che oggi va rivisto in virtù di sviluppi urbanistici nelle zone di Corso Marche, Vanchiglia, Basse di Stura, Corso Dante e Lingotto. Da questo quadro della Giunta, partirà la discussione con gli ordini professionali, l'Università e le circoscrizioni.
"Da questo confronto, ampio come mai prima, che durerà 6 mesi - ha spiegato il capogruppo Pd, Andrea Giorgis - partiranno poi le nostre valutazioni".
Torino, ore 22.46
Nessun commento:
Posta un commento