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lunedì 29 ottobre 2007

Tutti possono fare la differenza

[Cameron Clapp]

Ho ricevuto questa e-mail da un'amica. Ho scelto di pubblicarla qui per darle la massima diffusione che mi fosse possibile. Buona lettura.

Ricordati che TU fai la differenza.
Non cercare mai mezzi termini: non ce ne sono.
Leggi in ogni caso.
La mia domanda è: tu avresti fatto la stessa scelta che ho fatto io?

A una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che non sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno dei presenti.
Dopo aver lodato la scuola e il suo eccellente staff, egli pose una domanda: "Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può imparare le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Non può comprendere profondamente le cose come gli altri. Dov'è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio?" Il pubblico alla domanda si fece silenzioso.
Il padre continuò: "Penso che quando viene al mondo un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenti la grande opportunità di realizzare la natura umana e che ciò avvenga nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino".

A quel punto cominciò a narrare una storia:
Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c'erano bambini che giocavano a baseball.
Shay chiese: "Pensi che quei ragazzi mi faranno giocare?"
Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno.
Il padre di Shay si avvicinò a uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figlio potesse giocare. Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: "Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono".
Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme si mise la maglia del team. Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel petto. I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse accettato dagli altri.
Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era sempre indietro di tre punti. All'inizio del nono inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo. Anche se nessun tiro arrivò nella sua direzione, era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio a orecchio salutava suo padre sugli spalti.
Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche, si poteva anche pensare di vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta. A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la partita?

Incredibilmente lo lasciarono battere. Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay, che non sapeva nemmeno tenere in mano la mazza, tantomeno colpire una palla. In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza.
Il primo tirò arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla. Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a Shay.
Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla che ritornò lentamente verso il tiratore.
Ma il gioco non era ancora finito. Il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e la partita sarebbe finita.
Invece...

Il tiratore lanciò la palla molto oltre l'uomo in prima base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a gridare: "Shay, corri in prima base! Corri in prima base!"
Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così raggiunse la prima base. Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione.
A quel punto tutti urlarono: "Corri fino alla seconda base!"
Prendendo fiato, Shay corse fino alla seconda trafelato. Nel momento in cui arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la palla.
Il ragazzo più piccolo di età, che aveva ripreso la palla e sapeva di poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti urlavano: "Bravo Shay, vai così! Ora corri!"
Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta.

Nel momento in cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia. A quel punto tutti gridarono: "Corri in prima, torna in base!"
E così fece: da solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono in aria e ne fecero l'eroe della partita. "Quel giorno" disse il padre piangendo "i ragazzi di entrambe le squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono di vero amore ed umanità".

Shay non è vissuto fino all'estate successiva, è morto l'inverno dopo ma non si è mai dimenticato di essere l'eroe della partita e di aver reso orgoglioso e felice suo padre. Non dimenticò mai l'abbraccio di sua madre quando, tornato a casa, le raccontò di aver giocato e vinto.

Una piccola nota a margine di questa storia:
Su Internet ci scambiamo un sacco di giochi ed e-mail scherzose, senza che queste ci facciano riflettere, ma quando si tratta di diffondere e-mail sulle scelte della vita esitiamo.
Il crudo, il volgare e l'osceno passano liberamente nel cyber-spazio, ma le discussioni pubbliche sulla decenza sono troppo spesso soppresse nella nostre scuole e nei luoghi di lavoro.
Se stai pensando di inoltrare questo messaggio, è probabile che sfoglierai i tuoi contatti scegliendo le persone "appropriate" o "inappropriate" per ricevere questo messaggio.

Bene: la persona che ti ha mandato questa e-mail pensa che TUTTI NOI POSSIAMO FARE LA DIFFERENZA. Tutti noi abbiamo migliaia di opportunità, ogni giorno, di aiutare il "naturale corso delle cose" a realizzarsi.
Ogni interazione tra persone, anche la più inaspettata, ci offre una opportunità: passiamo una calda scintilla di amore e umanità o rinunciamo a questa opportunità e lasciamo il mondo un po' più freddo? Un uomo saggio disse una volta che ogni società viene giudicata in base a come tratta soprattutto i meno fortunati.

Ora tu hai 2 scelte:
1. cancellare l'e-mail
2. inoltrarla

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