Nato nel 2003, il Parco Culturale del Canavese è un progetto articolato e complesso, elaborato a partire da un’approfondita ricerca sulla storia culturale e artistica delle città e dei paesi del Canavese, che ha consentito di mettere in luce, in un arco temporale compreso tra la fine del Cinquecento e la metà del Novecento, quattro linee tematiche accomunanti l’evoluzione storica del territorio:
1. l’attrazione e l’interesse esercitati su alcuni illustri canavesani dall’Oriente e dai mondi esotici (dalle cineserie della corte di Agliè al tempo di Cristina di Francia fino allo studio della filosofia indiana condotto da Piero Martinetti);
2. il culto civile della libertà e degli ideali libertari e rivoluzionari (dalla Rivoluzione francese, straordinariamente documentata dal Carnevale di Ivrea, alle esperienze intensamente vissute del Risorgimento e delle Resistenza, fino al movimento olivettiano di Comunità);
3. la grande sensibilità per la poesia, l’opera lirica e il canto popolare, che trovano i loro grandi testimoni in Guido Gozzano, Giuseppe Giacosa e Costantino Nigra;
4. una millenaria civiltà del lavoro, che si esprime in alcune culture del “saper fare” (dalla metallurgia nelle Valli dell’Orco, del Soana e del Chiusella alla metalmeccanica della Olivetti, all’arte ceramica di Castellamonte).
Su questa base si fonda il programma artistico di ogni edizione del Parco Culturale: gli spettacoli e gli eventi presentati rispecchiano queste tematiche e si svolgono nei luoghi più rappresentativi del territorio: i castelli di Agliè, Masino, Mazzè, Parella, San Giorgio Canavese, Villa “Il Meleto” ad Agliè, Casa Giacosa a Colleretto Giacosa, la Rotonda Antonelliana a Castellamonte, l’Officina H Olivetti a Ivrea.
Trattandosi, però, di un progetto non solo artistico, ma soprattutto di sviluppo economico e sociale, che ha l’obiettivo di rappresentare il Canavese sulla palcoscenico del turismo culturale nazionale e internazionale, ogni appuntamento sarà l’occasione per promuovere, attraverso un’importante e sostenuta campagna di comunicazione, i prodotti enogastronomici e manifatturieri che hanno contribuito e contribuiscono all’identità e alla riconoscibilità del territorio.
Non un festival, dunque, ma un itinerario fondato su un principio di “intelligenza collettiva”, e cioè sull’insieme strutturato e vivente delle competenze espresse da uomini e donne del Canavese, capace di trasformare i valori della storia e della tradizione in prodotti di qualità.
1. l’attrazione e l’interesse esercitati su alcuni illustri canavesani dall’Oriente e dai mondi esotici (dalle cineserie della corte di Agliè al tempo di Cristina di Francia fino allo studio della filosofia indiana condotto da Piero Martinetti);
2. il culto civile della libertà e degli ideali libertari e rivoluzionari (dalla Rivoluzione francese, straordinariamente documentata dal Carnevale di Ivrea, alle esperienze intensamente vissute del Risorgimento e delle Resistenza, fino al movimento olivettiano di Comunità);
3. la grande sensibilità per la poesia, l’opera lirica e il canto popolare, che trovano i loro grandi testimoni in Guido Gozzano, Giuseppe Giacosa e Costantino Nigra;
4. una millenaria civiltà del lavoro, che si esprime in alcune culture del “saper fare” (dalla metallurgia nelle Valli dell’Orco, del Soana e del Chiusella alla metalmeccanica della Olivetti, all’arte ceramica di Castellamonte).
Su questa base si fonda il programma artistico di ogni edizione del Parco Culturale: gli spettacoli e gli eventi presentati rispecchiano queste tematiche e si svolgono nei luoghi più rappresentativi del territorio: i castelli di Agliè, Masino, Mazzè, Parella, San Giorgio Canavese, Villa “Il Meleto” ad Agliè, Casa Giacosa a Colleretto Giacosa, la Rotonda Antonelliana a Castellamonte, l’Officina H Olivetti a Ivrea.
Trattandosi, però, di un progetto non solo artistico, ma soprattutto di sviluppo economico e sociale, che ha l’obiettivo di rappresentare il Canavese sulla palcoscenico del turismo culturale nazionale e internazionale, ogni appuntamento sarà l’occasione per promuovere, attraverso un’importante e sostenuta campagna di comunicazione, i prodotti enogastronomici e manifatturieri che hanno contribuito e contribuiscono all’identità e alla riconoscibilità del territorio.
Non un festival, dunque, ma un itinerario fondato su un principio di “intelligenza collettiva”, e cioè sull’insieme strutturato e vivente delle competenze espresse da uomini e donne del Canavese, capace di trasformare i valori della storia e della tradizione in prodotti di qualità.
Per maggiori informazioni:
Parco Culturale del Canavese
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