Dopo qualche giorno di rodaggio e dopo aver ricevuto interessanti osservazioni dai lettori, vi racconto qualcosa in più su Veni vidi Inci.
L'idea della rubrica nasce da alcune considerazioni ed esigenze personali che ho pensato potessero interessare un buon numero di persone: quanto ne sappiamo dei prodotti che usiamo quotidianamente, che compriamo al supermercato/in farmacia/in erboristeria/in profumeria, che facciamo entrare in contatto con la nostra pelle e il nostro organismo?
Dopo aver sperimentato le gioie "misteriose" di eczemi, dermatiti e rush cutanei fastidiosi quanto difficili da debellare, dopo essere stata costretta per l'ennesima volta a sottopormi a una visita dermatologica sentendomi oltretutto dire che non c'era una condotta "virtuosa" che mi mettesse al riparo da nuovi problemi e che non era possibile sapere con certezza cosa scatenasse le reazioni allergiche, dopo aver fatto inutilmente i test allergologici, ho iniziato tempo fa a fare molta più attenzione ai prodotti che compravo, a non basarmi sulla fiducia riposta in questo o in quel marchio, a non lasciarmi allettare dalla pubblicità e dal merchandising.
Ho imparato a mettere da parte leggende metropolitane consolidate ma dannose, in base alle quali se un prodotto è costoso è buono, se si compra in erboristeria è buono, se è di una marca famosa è buono, se contiene gli ultimi ritrovati delle ricerche scientifiche è buono.
Ho iniziato a consultare spesso Skin Deep Cosmetic Database per vedere di che cosa erano fatti shampoo, balsamo, bagnoschiuma e docciaschiuma, creme per il corpo e per le mani, dentifrici, saponi e detergenti intimi e quant'altro avessi in casa.
Lo sconforto e la rabbia sono stati enormi, ma dopo un primo momento di completo scoramento ho deciso di mettere a profitto l'esperienza e di condividerla con quante più persone mi fosse possibile.
Ho iniziato a leggere con attenzione le etichette Inci e, pur senza essere un chimico o un tecnico di laboratorio, ho imparato che ci sono poche regole auree che è meglio conoscere:
1. gli ingredienti sono indicati in ordine quantitativo decrescente, partendo da quello che presenta il dosaggio maggiore e andando a scalare fino a quello di cui vi sono magari dosi infinitesimali;
2. solitamente il primo ingrediente di quasi tutti i prodotti è l'acqua;
3. gli ingredienti indicati in latino sono sostanze vegetali, estratti di piante officiali e oli derivati da piante e fiori;
4. gli ingredienti indicati in inglese sono sostanze chimiche ottenute artificialmente, in gran parte di derivazione petrolchimica;
5. se un prodotto mi viene indicato come a base di sostanze vegetali e tale dichiarazione è contraddetta dalla composizione dell'Inci, non è buon segno.
I prodotti che troverete nelle schede sono prodotti che ho sottomano tutti i giorni in casa, che ho usato in passato o che sto usando in attesa di finire la confezione, che qualcuno mi ha regalato, che ho ricevuto in sfiziosi campioni omaggio. Sono prodotti che si trovano facilmente dovunque ma, ovviamente, non rappresentano che una goccia nel mare delle centinaia e centinaia di opzioni presenti sul mercato.
L'idea della rubrica nasce da alcune considerazioni ed esigenze personali che ho pensato potessero interessare un buon numero di persone: quanto ne sappiamo dei prodotti che usiamo quotidianamente, che compriamo al supermercato/in farmacia/in erboristeria/in profumeria, che facciamo entrare in contatto con la nostra pelle e il nostro organismo?
Dopo aver sperimentato le gioie "misteriose" di eczemi, dermatiti e rush cutanei fastidiosi quanto difficili da debellare, dopo essere stata costretta per l'ennesima volta a sottopormi a una visita dermatologica sentendomi oltretutto dire che non c'era una condotta "virtuosa" che mi mettesse al riparo da nuovi problemi e che non era possibile sapere con certezza cosa scatenasse le reazioni allergiche, dopo aver fatto inutilmente i test allergologici, ho iniziato tempo fa a fare molta più attenzione ai prodotti che compravo, a non basarmi sulla fiducia riposta in questo o in quel marchio, a non lasciarmi allettare dalla pubblicità e dal merchandising.
Ho imparato a mettere da parte leggende metropolitane consolidate ma dannose, in base alle quali se un prodotto è costoso è buono, se si compra in erboristeria è buono, se è di una marca famosa è buono, se contiene gli ultimi ritrovati delle ricerche scientifiche è buono.
Ho iniziato a consultare spesso Skin Deep Cosmetic Database per vedere di che cosa erano fatti shampoo, balsamo, bagnoschiuma e docciaschiuma, creme per il corpo e per le mani, dentifrici, saponi e detergenti intimi e quant'altro avessi in casa.
Lo sconforto e la rabbia sono stati enormi, ma dopo un primo momento di completo scoramento ho deciso di mettere a profitto l'esperienza e di condividerla con quante più persone mi fosse possibile.
Ho iniziato a leggere con attenzione le etichette Inci e, pur senza essere un chimico o un tecnico di laboratorio, ho imparato che ci sono poche regole auree che è meglio conoscere:
1. gli ingredienti sono indicati in ordine quantitativo decrescente, partendo da quello che presenta il dosaggio maggiore e andando a scalare fino a quello di cui vi sono magari dosi infinitesimali;
2. solitamente il primo ingrediente di quasi tutti i prodotti è l'acqua;
3. gli ingredienti indicati in latino sono sostanze vegetali, estratti di piante officiali e oli derivati da piante e fiori;
4. gli ingredienti indicati in inglese sono sostanze chimiche ottenute artificialmente, in gran parte di derivazione petrolchimica;
5. se un prodotto mi viene indicato come a base di sostanze vegetali e tale dichiarazione è contraddetta dalla composizione dell'Inci, non è buon segno.
I prodotti che troverete nelle schede sono prodotti che ho sottomano tutti i giorni in casa, che ho usato in passato o che sto usando in attesa di finire la confezione, che qualcuno mi ha regalato, che ho ricevuto in sfiziosi campioni omaggio. Sono prodotti che si trovano facilmente dovunque ma, ovviamente, non rappresentano che una goccia nel mare delle centinaia e centinaia di opzioni presenti sul mercato.
Alcune marche sono più analizzate di altre non per accanimento mirato verso qualcuno, ma anzi paradossalmente per una pregressa predilezione: ne ho maggiori quantità da analizzare perché erano quelle a cui assegnavo la mia fiducia di consumatrice.
Dopo le prime settimane, una volta finiti i prodotti "in via di esaurimento" in casa, noterete alcune differenze nella rubrica, dovute principalmente a un dato per me molto importante: mese dopo mese ho imparato a essere più selettiva nei miei acquisti e quindi a scartare moltissimi prodotti prima ancora di comprarli, solo controllando con attenzione il loro Inci. Non li troverete quindi nei miei post, a meno che qualcuno non me ne fornisca l'etichetta chiedendo di pubblicarla.
Mi rendo conto che trovare uno o due componenti "gialli" o "rossi" nell'analisi di qualche prodotto da me postato che magari usate anche voi potrebbe farvi pensare: "Sì, ma in fondo è solo un ingrediente!" ma se aveste anche un solo componente "giallo" e "rosso" per ogni prodotto cosmetico e/o di igiene personale che usate... diventerebbero almeno una dozzina di componenti potenzialmente molto dannosi che fate entrare quotidianamente in contatto col vostro organismo. Siete liberi di farlo, ovviamente, ma almeno che avvenga in modo consapevole.
L'augurio è che leggere quello che inconsapevolmente mi sono spalmata per settimane, mesi, anni sulla pelle credendo di prendermene cura e ricoprendola invece di derivati petrolchimici possa farvi venire la curiosità di scoprire se state facendo lo stesso anche voi...
Le schede di tutti i prodotti analizzati finora su Veni vidi Inci
1 commento:
Dopo provo a cercare in bagno il prodotto con l'aspetto meno cattivo
e quello in apparenza più tossico
ti mando l'Inci e vediamo cosa succede
Posta un commento