Prima di arrivare in Piazza Vittorio Veneto, punto di ritrovo da cui partirà il corteo, il timore è di trovarsi davanti uno sparuto numero di femministe incazzate, di quelle dure e pure che manderebbero via eventuali manifestanti maschi, magari vestite con gonnelloni e zatteroni come da stereotipo. Il mio fidanzato non lo dice a voce alta, ma teme un po' che qualcuno lo picchi o lo insulti...
La piazza trabocca invece di persone di tutte le età, sia uomini che donne, riunite in capannelli che chiacchierano fitto fitto e si preparano a partire. Qualcuno ricontrolla uno striscione, qualcun altro si sistema il cartello sulla schiena, in tanti scattano foto, fanno riprese, telefonano a qualcuno intimandogli di fare presto, che tra poco si parte.
Ci sono coppie anziane coi capelli completamente bianchi, madri di cinquant'anni con le figlie adolescenti, genitori con bimbi piccolissimi che vengono scarrozzati in passeggini ipertecnologici o più rudimentali, ragazze vestite in modo coloratissimo e col viso dipinto, indiavolati suonatori di bonghi.
Ci sono fidanzati, mariti, amici, compagni, che camminano accanto alle loro donne e spesso le tengono per mano, in un clima complice e festoso.
Ci sono donne di un'età compresa tra i quarantacinque e i settant'anni, quelle che hanno manifestato - giovanissime o già adulte - nei cortei degli anni Settanta e tornano baldanzosamente in piazza.
Ci sono bambine e adolescenti che tengono gli striscioni accanto alle madri, perché il valore che il tuo corpo non è di nessun altro se non tuo e che né Stato né Chiesa possono gestirlo lo si trasmette di madre in figlia, nei casi migliori.
Il corteo attraversa rumorosamente Via Po, Piazza Castello, Via Accademia delle Scienze, Via Principe Amedeo, Via Pietro Micca e poi si concentra in Piazza Castello. Inonda le vie, blocca pacificamente il traffico, indispettisce i passanti che si trovano in centro per lo shopping del sabato pomeriggio, colora le strade e diffonde un po' dovunque il ritmo dei bonghi.
E' bellissimo camminare in mezzo a migliaia di persone - 10 mila secondo gli organizzatori, 8 mila secondo l'Ansa - e vedere che sono ancora tantissime quelle pronte a manifestare in modo non violento ma deciso per la propria libertà e per diritti che ritengono intoccabili.
E' bellissimo esserci e farne parte.
Corteo dell'8 marzo 2008 a Torino - II
Corteo dell'8 marzo 2008 a Torino - III
La piazza trabocca invece di persone di tutte le età, sia uomini che donne, riunite in capannelli che chiacchierano fitto fitto e si preparano a partire. Qualcuno ricontrolla uno striscione, qualcun altro si sistema il cartello sulla schiena, in tanti scattano foto, fanno riprese, telefonano a qualcuno intimandogli di fare presto, che tra poco si parte.
Ci sono coppie anziane coi capelli completamente bianchi, madri di cinquant'anni con le figlie adolescenti, genitori con bimbi piccolissimi che vengono scarrozzati in passeggini ipertecnologici o più rudimentali, ragazze vestite in modo coloratissimo e col viso dipinto, indiavolati suonatori di bonghi.
Ci sono fidanzati, mariti, amici, compagni, che camminano accanto alle loro donne e spesso le tengono per mano, in un clima complice e festoso.
Ci sono donne di un'età compresa tra i quarantacinque e i settant'anni, quelle che hanno manifestato - giovanissime o già adulte - nei cortei degli anni Settanta e tornano baldanzosamente in piazza.
Ci sono bambine e adolescenti che tengono gli striscioni accanto alle madri, perché il valore che il tuo corpo non è di nessun altro se non tuo e che né Stato né Chiesa possono gestirlo lo si trasmette di madre in figlia, nei casi migliori.
Il corteo attraversa rumorosamente Via Po, Piazza Castello, Via Accademia delle Scienze, Via Principe Amedeo, Via Pietro Micca e poi si concentra in Piazza Castello. Inonda le vie, blocca pacificamente il traffico, indispettisce i passanti che si trovano in centro per lo shopping del sabato pomeriggio, colora le strade e diffonde un po' dovunque il ritmo dei bonghi.
E' bellissimo camminare in mezzo a migliaia di persone - 10 mila secondo gli organizzatori, 8 mila secondo l'Ansa - e vedere che sono ancora tantissime quelle pronte a manifestare in modo non violento ma deciso per la propria libertà e per diritti che ritengono intoccabili.
E' bellissimo esserci e farne parte.
Corteo dell'8 marzo 2008 a Torino - II
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