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sabato 8 settembre 2007

V-Day: restando in coda perché

[In coda per il V-Day in Piazza Castello (Torino),
Immagini scattate l'8 settembre 2007 tra le 21.00 e le 22.00]

Nonostante l'ora X, le 22.00, sia quasi scattata, le persone restano in coda.
Sono ancora tante, tantissime, centinaia e centinaia, che si allineano in diverse code che si snodano a serpentina lungo tutta Piazza Castello. Gli organizzatori non si aspettavano una tale partecipazione e poco dopo le 21.00 i moduli autenticati dai notai sono già esauriti, ma le persone restano ugualmente in coda.

Sono lì, vogliono essere lì, vogliono partecipare e dare la propria firma, testimoniare la propria presenza e il proprio disgusto. Restano in coda anche se sanno che la loro firma, non autenticata perché non apposta sui moduli ufficiali, non potrà servire a livello burocratico. Ma serve a livello simbolico ed etico, per se stessi e per tutti gli altri, per dare un segnale della voglia di cambiare che accomuna tanti cittadini, al di là degli schieramenti politici.

Ci sono persone di ogni età, con i bambini, con le buste della spesa, con i cani. C'è un gruppo di artisti di strada che suona i tamburi e si esibisce, ci sono ragazzi seduti sulle panchine mentre intorno tutti sono in coda disciplinatamente, nel Paese dove le code sono quanto di meno disciplinato esista.
Anche io sono in coda, da quasi un'ora ormai. Pensavo ci avrei messo pochi minuti a firmare e invece resto in coda anche io, chiacchierando con degli amici e guardandomi intorno, guardando i volti delle persone in coda accanto a me, davanti a me, dopo di me.

Centinaia di persone a cui non importa trascorrere il proprio sabato sera, uno degli ultimi con le miti temperature estive, facendo la coda per dare la propria firma, anche se tutti sanno che ormai le firme che verranno raccolte da quel momento in poi saranno solo un atto simbolico.

Solo su una cosa si sbaglia, Beppe Grillo: non è una manifestazione anti-politica. E' una manifestazione anti-partitica, questo sì, ma non anti-politica. Perché, come qualcuno molto saggio mi ha insegnato anni fa, qualunque gesto compiamo nella vita è politico: che sia prendere l'auto o l'autobus, andare a piedi o in bicicletta, fare azioni di boicottaggio o spendere 300 euro per una pochette di Prada, comprare il latte condensato Nestlé o dilapidare fortune nel commercio equo e solidale... qualunque azione compiamo è politica. E incide sul mondo che abbiamo intorno.

Ho firmato anche se erano passate le 22.00, anche se la mia firma non è stata autenticata, anche se avrei dovuto tornare a casa presto per terminare una consegna di lavoro. Ma firmare mi ha fatto sentire viva, parte di qualcosa, coerente con me stessa e soprattutto, per una volta dopo secoli, vedendo centinaia di persone - persone qualunque come me, non politicanti di professione - spendere il proprio tempo per dare un segnale sacrificando magari un'ora del proprio sabato sera... non mi sono vergognata di essere italiana.

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