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sabato 22 settembre 2007

Il senso di Cate per quanto la circonda

[Cate Blanchett in The Aviator]

Elizabeth (GB 1998. 124') lo vidi al cinema, appena uscito. E lei non mi colpì particolarmente.
Iniziai ad adorarla quando, grazie al successo di quel film, in Italia arrivò Oscar e Lucinda (Oscar and Lucinda, USA/Australia/GB 1997, 132'). L'ammirazione, l'apprezzamento e la stima sono nati col tempo, film dopo film.

Ho visto buona parte delle pellicole interpretate da Cate Blanchett da allora e mi sembra che sia diventata più brava e versatile anno dopo anno, riuscendo a non sbagliare film (e ruolo) quasi mai: splendida svampita in Bandits (USA 2001, 123'), divertente doppio di sé in Coffee and Cigarettes (USA/Giappone/Giappone/Italia 2003, 95'), realmente incinta in Le avventure acquatiche di Steve Zissou (The Life Aquatic with Steve Zissou, USA 2004, 119'), assolutamente magica in The Aviator (USA/Germania 2004, 170'). E' praticamente una delle uniche cose che ho apprezzato in Babel (Francia/USA/Messico 2006, 143')...

[Babel]

L'articolo che riproduco, pubblicato su TgCom il 18 settembre, non è particolarmente interessante né ben scritto. Ma per una volta ritrae un'attrice famosa che non si limita a contemplare il proprio ombelico, che non stravolge chirurgicamente i propri connotati con l'ossessione di dimostrare sempre venticinque anni e che non ha paura di fare scelte "normali" come occuparsi della propria famiglia senza rincorrere il glamour a tutti i costi.
Una Jodie Foster meno intransigente o una Jane Fonda meno militante, forse
... sicuramente una interprete con classe da vendere.

Dopo 33 film girati in dieci anni Cate Blanchett ha deciso di rallentare e di tornarsene nella sua casa a Sidney, per dedicarsi ai figli, Dashiell, 5 anni e Roman, 2, e al marito Andrew Upton (da gennaio i due diventeranno direttori artistici della Sydney Theatre Company). Villa Blanchett, ultimamente rinnovata, segue dettami ecologici, ha pannelli solari e sistemi di filtraggio dell'acqua che permettono di riciclare l'acqua di scarico.

Blanchett, che dopo l'interpretazione di Bob Dylan in "I'm not there" a ottobre riprenderà il ruolo di Elizabetta in "Elizabeth: The Golden Age", ha detto che sono stati i bambini a indurla ad accettare meno impegni per il futuro. "Dashiell ha bisogno di stare fermo ora, ha cinque anni e io devo rispettarlo" ha spiegato aggiungendo che proprio a Sidney il bambino inizierà la scuola pubblica.

D'altro canto il mondo del cinema non è mai andato d'accordo con le passioni semplici dell'attrice, scioccata dall'ossessione hollywoodiana per la giovinezza, dalla chirurgia plastica imperante, e in fondo affezionata alle rughe (poche!) che le segnano il viso a 38 anni.

Timida e schiva Blanchett ha addirittura svelato che per girare le scene di nudo nel primo Elizabeth, ha costretto il regista Shekhar Kapur a ingaggiare una controfigura. "Non sono io, è il mio sedere e poi solo mio marito può vederlo - ha detto.

Da qui il trasferimento in Australia, in una casa completamente rinnovata secondo esigenze ecologiche. Citando Al Gore e David de Rothschild come eroi dei nostri tempo, l'attrice ha installato in casa pannelli solari per raccogliere l'energia e sistemi di filtraggio che permettono di riciclare l'acqua di scarico. Qui promette che cucinerà e leggerà dei libri ai suoi piccoli prima di andare a dormire. E se questo non si confà al rango di una regina, pazienza. Rinuncerà alla corona.

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