13-21 giugno 2007
Cinema Massimo Tre (Via Verdi n.18, Torino)
Visioni d'Anime 3
a cura di Stefano Gariglio e Davide Tarò
Se Hollywood guarda a Oriente alla ricerca di soggetti da cui trarre remake, in Giappone il cinema d’animazione attinge spesso da suggestioni europee o americane, per lo più letterarie, e le rielabora alla luce di ossessioni proprie, per poi restituirle allo stesso pubblico occidentale nella forma di qualcosa di “nuovo”, a volte persino “innovativo”.
È il caso di Katsuhiro Otomo che realizza, con un occhio al mercato occidentale e l’altro all’imponente catastrofismo del suo celebre Akira, un nuovo personale manifesto dello steam-punk, corrente paraletteraria di battesimo anglofono ma frequentata al cinema più in Giappone che non all’estero. Allo stesso modello, che ipotizza macchinari futuristici calati in epoche passate, si rifà anche la saga di Fullmetal Alchemist il cui epilogo si svolge curiosamente nello scenario della Germania pre-nazista. Tra i fautori di questa tendenza cosmopolita c’è sicuramente il veterano Miyazaki che, esulando dal racconto d’appendice, porta avanti da anni un discorso ecologico e antimilitarista ritornando a più riprese su di un plot relativamente semplice (con un lui e una lei contrapposti a una dittatura militare) che di film in film si arricchisce però di decine di sfumature e invenzioni visive.
Proprio per quest’innata capacità di tornare sul già detto senza replicarsi, di rinnovarsi per piccoli ma inarrestabili passi, affrontando con sensibilità post-moderna racconti tradizionali (il filone del kaidan, o quello dei samurai), ibridando diverse esperienze artistiche (la computer graphic di Ghost in the Shell, il caleidoscopico video-clip di Kyashan), ma restando fedele ai propri dettami etici, l’anime riesce a mantenersi “giovane” ampliando il consenso presso il grande pubblico.
Il rischio del deja-vù fu schivato anche in quello che è stato forse l’unico periodo di crisi per l’anime, minacciato nell’appeal sul pubblico giovane dalla crescente diffusione dei videogame casalinghi, quando nel 1995 il serial Evangelion ha rimesso mano per l’ennesima volta al genere robotico. Forte di una precisa idea di regia, Hideaki Anno ne ha approfittato per ampliare il linguaggio e i confini della serialità televisiva, imponendo figure, come il fuori campo e i piani fissi di lunga durata, fino ad allora ritenute “scomode” per il piccolo schermo, e inaugurando una prolifica stagione di sperimentazioni che ha portato a titoli difficilmente classificabili per la loro anarchia di fondo (e perché no, bizzarria) come l’eclettico Paranoia Agent di Satoshi Kon.
A fianco degli infaticabili artigiani della matita, si distinguono ormai registi e sceneggiatori assimilabili, per audacia narrativa e compattezza di stile e poetica, ai colleghi del cinema “live”. Gli autori di anime aspirano, soprattutto nei festival, a presentare le loro opere come “film dal vero”, diminuendone forse la libertà grafemica (intesa come capacità di astrazione propria del segno grafico) e ampliandone di contro quella filmica, in direzione di quel “foto-realismo magico” che dopo anni di ostracismo, soprattutto da parte dei puristi dell’animazione indipendente, pare ora in qualche modo accettato dalla critica ufficiale.
Visioni d’Anime 3 è un progetto dell’Associazione neo(N)eiga (a cura di Stefano Gariglio e Davide Tarò) realizzato dal Museo Nazionale del Cinema con la collaborazione di Panini Video e di Sony Pictures Releasing Italia.
Due gli eventi di particolare rilievo in programma:
Giovedì 14 giugno alle ore 20.30
Anteprima nazionale di Paprika, l’ultimo film di Satoshi Kon, presentato l’anno scorso alla Mostra del Cinema di Venezia e oggi distribuito da Sony
Venerdì 15 giugno alle ore 20.30
Incontro con Mattia Dal Corno (Panini Video)
segue la proiezione dei due Ghost in the Shell di Mamoru Oshii
Per maggiori informazioni:
neo(N)eiga
info@neoneiga.it
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